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Un’altra proroga, l’ennesima. Come accade spesso nella terra dei cachi.

L’ultimatum agli operatori balneari per l’applicazione della direttiva Bolkestein che avrebbe dovuto mettere a gara le concessioni sul demanio sarà “risolto” con l’ennesimo rinvio. Più che una sensazione sembra ormai un “dato di fatto” incontrovertibile visto che i tempi tecnici per la preparazione delle aste pubbliche non ci sono e, considerando la lentocrazia italica, non si sbloccheranno certo nei prossimi mesi.

 
 
 
 
 
 

Secondo la road-map disegnata dal Governo Draghi, entro questo mese il Governo avrebbe dovuto scrivere e approvare i decreti delegati per poi procedere alle evidenze pubbliche entro la fine dell’anno. Ma il tema è slittato nell’agenda dell’esecutivo e dunque nessuno oggi è in grado di stabilire “se” e “quando” la direttiva imposta dall’Europa diventerà realmente operativa.

Oltre ai tempi resta anche aperta la questione legata alle modalità di applicazione dei bandi ed i contenuti sostanziali della legge che, secondo le categorie dei balneari, dovrebbero essere riscritti in maniera sostanziale.

Insomma, per le 160 imprese balneari della nostra provinciia sembrano diradarsi le nuvole del recente passato, soprattutto da quando il destino della categoria è stato completamente separato da quella dei fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripartenza e resilienza.

 
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