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Le norme che hanno disposto la proroga automatica delle concessioni balneari “sono in contrasto” con l’articolo 12 della direttiva europea e, dunque, “non devono essere applicate”.

Lo ha ribadito il Consiglio di Stato nella sentenza in cui accoglie il ricorso contro la decisione del comune di Manduria di prorogare fino al 2033 le concessioni demaniali marittime.

Una decisione che, di fatto, blocca le proroghe del Governo e riporta d’attualità il tema delle concessioni demaniali all’asta. Il rischio, infatti, è che per molti bagnini quella che sta per aprirsi potrebbe anche essere la l’ultima estate.

“La sentenza del Consiglio di Stato non ci sorprende – spiega il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (Lega) -. I giudici già nel 2021 avevano preannunciato che qualsiasi proroga successiva alle concessioni balneari sarebbe stata considerata da loro priva di efficacia. Noi però rivendichiamo la norma introdotta con la conversione in legge del ‘Milleproroghe’ e il diritto del Parlamento a legiferare. A maggior ragione dopo questo pronunciamento, invitiamo il governo ad accelerare sulla mappatura delle coste”.
“La decisione del Consiglio di Stato – dichiara all’Ansa Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra – ammonisce il Governo italiano ricordando che non si gioca con le direttive europee e la Costituzione. Le direttive europee non possono essere disattese e non applicate e le proroghe non possono essere autorizzate dalle singole amministrazioni locali. Questa è una dura sconfitta del governo Meloni che si è battuto in difesa dei privilegi di chi paga allo Stato, come ad esempio nel caso del Twiga , solo 20 mila euro a fronte di un fatturato che si aggira intorno ai 4 milioni di euro l’anno”.

 
 
 
 
 
 
 
 

“Ricordiamo – prosegue Bonelli – che lo Stato incassa soltanto 107 milioni di euro anno dalle concessioni balneari, mentre il fatturato complessivo è di 7 miliardi di euro, con un tasso di evasione altissimo. Nel corso degli anni troppe spiagge italiane sono state trasformate da ‘lungomari’ in ‘lungomuri’, che chiudono la possibilità di poter vedere il mare, per causa della privatizzazione e cementificazione: tra tutti uno dei casi più emblematici è quello di Ostia. È dal 2010 che la Destra tenta di disapplicare la direttiva Bolkestein, ma con la decisione di oggi è una vittoria per un’Italia che non deve essere fondata sui soliti privilegiati”.

 
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