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Anche la Bolkestein, come ampiamente prevedibile, è ormai diventata terreno di scontro politico: da una parte il centro-destra che, per rispettare le promesse elettorali, tenta di prorogare le aste pubbliche (ma, intanto, non decide nulla), dall’altra le forze di centro-sinistra che – ormai convinte che le gare siano ineludibili – chiedono bandi e regole a tutela del settore.

La sentenza del Consiglio di Stato, che ha di fatto respinto le proroghe imposte dal Governo, aggiunge poco o nulla ad una questione che si sta inerzialmente dirigendo verso l’unico approdo possibile, ovvero gli stabilimenti balneari all’asta.

Lo ha spiegato anche il sindaco Gozzoli, secondo cui la “melina” del Governo rischia di mettere in seria difficoltà i Comuni (che, non avendo regole certe, non possono preparare i bandi) ma soprattutto gli imprenditori balneari che, senza prospettive certe, non possono programmare alcun investimento per il futuro.

 
 
 
 
 
 
 
 

Ieri, a ribadire le accuse al governo Meloni, è stato l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini, secondo cui “l’esecutivo gioca con il futuro del turismo balneare”. Per Corsini “non è l’anno in più il problema, ma la mancanza dei decreti attuativi e delle regole”. Per questo, ritenute “ormai scontate le evidenze pubbliche”, chiede al Governo di “non perdere più tempo” e di passare ad una fase operativa recependo “i tanti suggerimenti avanzati anche dalla regione Emilia Romagna”.

 
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