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Rimarrà in carcere l’ex parlamentare leghista Gianluca Pini, arrestato giovedì scorso nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Forlì su una presunta truffa di mascherine dalla Cina all’Ausl Romagna.

Il Gip del Tribunale di Forlì ha rigettato infatti la richiesta di revoca o sostituzione della misura cautelare con i domiciliari presentata dal legale di Pini, l’avvocato Carlo Nannini, dopo l’interrogatorio di garanzia che si era tenuto venerdì scorso. Nannini valuterà, a questo punto, con il suo assistito se rivolgersi al Tribunale del Riesame.

Pini – accusato di truffa aggravata, autoriciclaggio, frode in commercio e nelle pubbliche forniture e due episodi di corruzione – ha respinto tutte le accuse.

Lunedì l’ex deputato aveva affrontato in video-collegamento dal carcere di Ravenna il secondo interrogatorio di garanzia, stavolta con il Gip del Tribunale di Bologna, per quando riguarda il filone d’indagine della Dda su un traffico internazionale di droga, che ha portato all’arresto, tra gli altri, di un autotrasportatore amico dell’ex parlamentare, Gianluca Fiore.

 

 
 
 

A Pini non sono però contestati reati di droga, ma due episodi di presunta corruzione e l’asservito coinvolgimento in accessi informatici che sarebbero stati compiuti da due esponenti delle forze dell’ordine su sua indicazione. Anche in questo caso il legale di Pini ha chiesto la scarcerazione o in subordine gli arresti domiciliari. Il giudice di Bologna si è riservato.

 
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