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I fuochi d’artificio sono un’attrazione. A centinaia si radunano con il naso in su in spiaggia al culmine delle celebrazioni della festa di Garibaldi. Ma c’è una serie di ma.

Lunedì mattina, festa finita, cosa resta? “Decine e decine di “fogli di alluminio” in mare e in spiaggia. Il tutto condito dai bussolotti tipici dei fuochi pirotecnici che si sono accumulati negli scogli”. Questo quanto segnalato da alcuni nuotatori che di prima mattina hanno fatto questa scoperta. Purtroppo, in questo caso, un grande spettacolo lascia un’eredità pesante impossibile da non vedere.

 
 
 
 

In realtà non c’è bisogno di nuotare fino agli scogli per avere la prova del passaggio dei fuochi senza che siano stati recuperati i residui dello scoppiettante spettacolo pirotecnico. Un evento che purtroppo, nell’era in cui il rispetto per l’ambiente è un ospite vip in trasmissioni e tg, fa male alla vista.

“Che si debbano spendere decine di migliaia di euro nei fuochi senza pensare al dopo è incredibile” commenta un bagnante a cui fa da spalla un secondo. “Non vado a fare il bagno, non voglio dover raccogliere io quei rifiuti o trovarmici in mezzo”.

“C’è appena stato l’incontro di Legambiente e questo è il risultato – conclude una giovane del posto – se proprio i fuochi si devono fare, perché non scegliere quelli biodegradabili che esistono già da anni?”.

L’amministrazione comunale comunica di “aver fatto delle verifiche. Questa mattina sulla spiaggia c’erano solo due pezzi di stagnola, raccolti prontamente dai bagnini di salvataggio. Una situazione lontana dal “far west” che traspare dall’articolo“.

 
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