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E’ il “flagello” del mare Adriatico ma, per fortuna, a Cesenatico ancora non è arrivato.

Dopo il Veneto, anche l’Emilia-Romagna chiede al Governo di deliberare lo stato di emergenza nazionale per i danni all’ambiente e all’economia provocati dal granchio blu.

Il presidente Stefano Bonaccini ha avanzato la richiesta anche su indicazione delle associazioni che rappresentano le cooperative di pesca del territorio, chiedendo che alla deliberazione faccia seguito “un adeguato sostegno economico per assicurare la possibilità di interventi urgenti”.

La Regione sta ultimando il report dei danni provocati dal granchio blu ai pescatori delle marinerie di Goro e Comacchio.
Il crostaceo, particolarmente aggressivo e vorace, specie ‘aliena’ nel Mediterraneo, senza predatori naturali, sta distruggendo allevamenti ittici ed ecosistema marino.
L’Emilia-Romagna spiega di essere disponibile a “collaborare per i primi ristori sulla base dei 2,9 milioni dichiarati in disponibilità per tale emergenza dal Governo”.

 
 
 
 
 
 
 
 

“Un primo passo è stata l’autorizzazione alla cattura, al prelievo e alla commercializzazione, ma questo non basta – dicono Bonaccini e l’assessore all’Agricoltura e Pesca Alessio Mammi – Questa specie sta mettendo in crisi un intero settore”.
Nel 2023 in tutto il Delta del Po e per quanto riguarda l’Emilia-Romagna nei comuni di Goro e Comacchio in provincia di Ferrara, si è verificata una proliferazione massiva di granchio blu (Callinectes Sapidus), una specie originaria dell’Oceano Atlantico, probabilmente immessa nel Mediterraneo dalle acque di zavorra delle navi. Specie che si è dimostrata particolarmente aggressiva nei confronti degli allevamenti di acquacoltura.
Goro e Comacchio riportano di una raccolta di 160 tonnellate di granchio blu nel solo periodo intercorso tra l’11 luglio e l’11 agosto 2023.

 
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