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Il panorama dei liquori e degli alcolici è molto affollato e spesso, nella scelta del più affine ai propri gusti, si rischia di perdere l’attenzione per la storia e le origini di questi distillati pregiati.

Tuttavia, nel mondo degli amanti degli amari, c’è un elisir che ha sfidato il tempo e le frontiere, portando con sé una storia affascinante che è impossibile non considerare e che collega perfino due continenti: Fernet-Branca. Questo amaro alle erbe, infatti, nato nelle strade di Milano, ha fatto un viaggio epico attraverso l’oceano per trovare un accogliente rifugio nella cultura e nei cuori dei cittadini di Buenos Aires, Argentina che lo hanno accolto e integrato nella loro tradizione.

 
 
 
 
 
 
 
 

Le Radici Milanesi di Fernet-Branca

La storia di Fernet-Branca inizia nel 1845, quando Bernardino Branca, un appassionato di erbe e spezie, decise di mettere a frutto la sua passione creando una formula segreta a base di 27 erbe, spezie e radici. Questa miscela unica fu inizialmente utilizzata come rimedio digestivo e tonico, destinata a conferire benessere e vigore al corpo.

La sua sede d’origine, Milano, era un crocevia di cultura, scienza e arte, e quindi l’ambiente perfetto per l’evoluzione di questa nuova creazione.

Nel corso degli anni, la fama di Fernet-Branca si diffuse rapidamente oltre i confini italiani, conquistando il cuore di molti, ma fu solo nel corso del XX secolo che questo amaro iniziò la sua avventura transatlantica.

Il viaggio oltreoceano: Fernet-Branca e Buenos Aires

La storia dell’espansione internazionale di Fernet-Branca è strettamente legata all’immigrazione italiana in Argentina. Nel corso del XIX e XX secolo, un flusso costante di italiani emigrò in cerca di opportunità migliori, portando con sé le loro tradizioni, cucina e anche le loro bevande preferite, tra cui il prodigioso amaro alle erbe di Fratelli Branca Distillerie.

Buenos Aires, la vivace capitale argentina, divenne così un crocevia culturale e gastronomico. I bar e le trattorie di questa città iniziarono a servire Fernet-Branca come una sorta di elisir segreto, un legame con le radici italiane. Col passare degli anni, Fernet-Branca divenne sempre più popolare tra gli argentini, tanto da guadagnarsi un posto d’onore nel folklore locale.

Da Milano a Buenos Aires: la visione internazionale che ha portato Fernet-Branca nel mondo

Fernet-Branca nel mondo

Oggi, Fernet-Branca è una delle bevande alcoliche più iconiche e riconoscibili in Argentina. È diventato un ingrediente fondamentale del celebre cocktail “Fernandito“, una miscela di Fernet-Branca e Cola, spesso servita con ghiaccio e una fetta di limone. Questo cocktail è diventato una bevanda nazionale, amata dai giovani e dagli anziani allo stesso modo.

L’amore incondizionato di Buenos Aires per Fernet-Branca si è tradotto in un fenomeno culturale unico, con festival dedicati, locali che portano il suo nome, eventi: ogni angolo di questa città ospita bar e locali che offrono il celebre amaro, rappresentando un omaggio costante alla sua origine italiana e alla sua influenza nella cultura argentina.

La storia di Fernet-Branca è un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, una storia che unisce due città lontane geograficamente ma profondamente legate da un distillato dalla ricetta segreta e dal sapore unico e senza tempo. Da Milano a Buenos Aires, l’iconico amaro ha superato le barriere linguistiche e culturali, dimostrando che il gusto e la passione per la tradizione possono abbattere qualsiasi confine. Ideato come digestivo e utilizzato come antidolorifico, Fernet-Branca si è diffuso in tutto il mondo costruendo una storia di passione e successi sicuramente grazie alle sue caratteristiche peculiari, alle materie prime utilizzate e al processo di lavorazione meticoloso, ma anche alla visione internazionale del suo ideatore che per il suo amaro aveva prospettato una strada lunga e gloriosa.

 
Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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