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Life Support, la nave di Emergency con 28 persone a bordo ha raggiunto Ravenna come da programma. Dopo più di quattro giorni di navigazione, di cui due in mare mosso e con condizioni meteo avverse, tutti i naufraghi sono sbarcati in sicurezza. Il soccorso è avvenuto giovedì 21 settembre in acque internazionali in zona Sar (ricerca e salvataggio) maltese.

Dopo lo sbarco i migranti sono stati trasportati al cmp dove vengono visitati. Lì la squadra Mobile di Ravenna ha dermato un egiziano pperché sospettato di essere lo scafista. Secondo il Corriere Romagna infatti più testimoni lo hanno identificato come quello che era al timone dell’imbarcazione.

“Le operazioni di sbarco non hanno avuto problemi e tutte le persone sono scese a terra in sicurezza. Purtroppo – spiega Emanuele Nannini, capomissione della Life Support – in questi giorni, a causa del maltempo, sia i naufraghi a bordo che l’equipaggio hanno sofferto il mal di mare in seguito alla lunga navigazione. La nostra navigazione è stata complicata dal maltempo soprattutto negli ultimi due giorni passati nell’Adriatico mentre ci avvicinavamo a Ravenna, il porto lontano che ci è stato assegnato dalle autorità”.

emergency life support ravenna
 
 
 
 
 
 
 
 

L’imbarcazione in difficoltà, un gommone di circa 6 metri, era in navigazione da più di 48 ore; era alla deriva da diverse ore quando è stata individuata dalla Life Support. Il motore era rotto e la chiglia dell’imbarcazione si era crepata durante la navigazione, mettendo a rischio le persone a bordo. Tra i 28 naufraghi soccorsi, 9 sono donne e 8 sono minori, di cui uno non accompagnato. Provengono da Siria, Egitto e Libia.

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Le testimonianze

“Vengo dalla Siria. Quando ero ancora una bambina, io e la mia famiglia siamo dovuti scappare in Giordania perché la vita in Siria era difficile. In alcune parti del Paese ci sono molti conflitti, non c’è libertà di espressione e non potevo avere nessun tipo di educazione. – racconta una ragazza siriana di 23 anni –. In Giordania potevo studiare soltanto la sera perché al mattino potevano andare a scuola soltanto i locali; tutti gli stranieri potevano frequentare solo le classi serali. Ci mettevo due ore per arrivare a scuola. Quando ero bambina, lavoravo durante il giorno: è stato difficile seguire le lezioni e ricevere un’educazione adeguata, dovendo andare a scuola la sera quando ero molto stanca. Per me questa è discriminazione: perché soltanto i giordani potevano andare a scuola al mattino? Ho deciso di andarmene perché sapevo che sarebbe stato difficile frequentare l’università in Giordania. Vorrei studiare scienze infermieristiche e ostetriche ma in Giordania per gli stranieri l’università costa molto di più. Spero di riuscire a completare i miei studi in Europa e di poter aiutare le persone come fate voi a bordo di questa nave”.

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Non ho mai saputo cosa fosse la libertà. Vengo dalla Siria e per tutta la vita ho vissuto nella paura e nella reclusione, troppo spaventato per andarmene via dal mio Paese ma allo stesso tempo troppo spaventato per uscire e protestare contro quello che succedeva intorno a me – racconta un uomo Siriano di 42 anni –. Dei miei conoscenti sono spariti per molto meno, nessuno sa che fine abbiano fatto: denunciare la situazione della tua città o della Siria in generale può costarti la vita in alcuni casi. Tre mesi fa, ho preso coraggio e sono partito: in Siria non riuscivo più a provvedere per la mia famiglia, i miei figli, dovevo trovare una soluzione perché non trovavo abbastanza lavoro per riuscire a garantire un futuro dignitoso ai miei cari, quindi sono partito per arrivare in Europa. Nonostante siamo ancora in mare, da quando sono a bordo ho capito per la prima volta cosa voglia dire sentirsi liberi.”

La nave di EMERGENCY ha iniziato la sua attività nel Mediterraneo Centrale nel dicembre 2022 e in totale ha soccorso 1.011 persone.

 
Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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