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Il granchio entra in tavola. A Cesenatico, sul porto canale il ristorante “Il Pirata” ha inserito nel proprio menù del giorno il granchio, valorizzandolo come da tradizione del locale. È Gigi, titolare dello storico ristorante, a spiegare le ragioni di questa scelta: “Abbiamo introdotto il granchio blu nel menu del giorno. Va detto che è molto richiesto, ma non lo facciamo solo per moda: semplicemente, volevamo arricchire con un nuovo sapore la nostra selezione e, allo stesso tempo, aiutare i pescatori locali”.

linguine al granchio blu

La diffusione di specie non autoctone nel Mediterraneo è un fenomeno che sta diventando sempre più preoccupante. Molteplici le cause: riscaldamento globale, traffico mercantile troppo spesso mal disciplinato e vigilanza difficile a contrastare il problema.

Il granchio blu, recentemente assurto agli onori delle cronache, è forse l’ultimo esempio in ordine di tempo. Il crostaceo decapode, – Callinectes sapidus il nome scientifico – diffuso su tutta la costa atlantica del continente americano, è arrivato nelle nostre acque probabilmente da “clandestino”. Sfruttando cioè il passaggio offerto loro dai serbatoi di equilibratura delle grandi navi mercantili; i cargo, svuotando nel bacino del mediterraneo l’acqua imbarcata alla partenza, hanno introdotto in un ambiente non ostile l’ospite.

 
 
 
 
 
 
 
 
granchio blu

Indesiderato? In parte sì: il crostaceo non è solo sapido, ovvero saporito: è anche grande, vorace e prolifico. Secondo i dati diffusi da FedAgriPesca – Confcooperative Emilia-Romagna il granchio blu prolifera in condizioni definibili “ideali” in Adriatico dove può arrivare fino ai 700 grammi di peso; onnivoro, si adatta a temperature dell’acqua tra i 3 e i 35 C°, è in grado di deporre circa due milioni di uova per esemplare femmina. A questi numeri, già di per sé preoccupanti, va aggiunta una predilezione per cozze, vongole, avannotti e piccoli pesci. Se nel suo habitat naturale il crostaceo è una fonte di cibo per i grandi predatori come squali, razze, persici, in ecosistemi più delicati come l’alto Adriatico il fenomeno può diventare estremamente preoccupante. Il danno economico riferito alla filiera della itticoltura e della pesca  è stato calcolato in circa cento milioni di euro.

Nel tentativo di arginare il fenomeno è stata incentivata la pesca e la diffusione del granchio blu soprattutto ad uso alimentare; come dire: il sapidus celebra se stesso a tavola. Ormai diffuso anche sui banchi delle pescherie e facilmente accessibile anche presso la grande distribuzione a prezzi calmierati grazie a un accordo specifico di settore, il crostaceo blu sta diventando di moda. Anche nei ristoranti di Cesenatico.

 
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