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Cambiano ancora le regole del calendario venatorio 2023-2024. Ieri è arrivato il semaforo verde della Commissione Politiche economiche al nuovo schema di delibera che prevede, oltre all’inserimento dell’uccello moretta tra le specie cacciabili, il posticipo della chiusura della caccia per la lepre, il fagiano, la starna e la pernice rossa.

Sulle novità c’è il parere favorevole di Ispra e, ovviamente, il pollice verso dei Verdi secondo cui “le morette sono presenti nella nostra regione in numero esiguo. Siamo sorpresi del parere positivo di Ispra – spiega in una nota Silvia Zamboni (Europa Verde) – che chiedeva di chiudere la caccia a questa specie al 20 gennaio mentre il calendario della Regione lo posticipa al 31 gennaio. Anche sul posticipo delle altre specie cacciabili si allarga il cordone della borsa anziché restringerlo”.

 
 
 
 
 
 
 
 

Sul tema da sottolineare il punto di vista di Massimo Bulbi (Partito democratico): “I cacciatori sono l’unica categoria che non ha diritti come altre. Perché solo sui diritti venatori non c’è alcuna sentenza che fa giurisprudenza? Non c’è alcuna norma che dice che il parere di Ispra è vincolante. Anche quest’anno la ‘scorrettezza’ di alcune associazioni contrarie alla caccia in tutta Italia danneggia la categoria: siccome anche gli anni passati hanno poi ritirato il ricorso, nessuno entra mai nel merito. Ritengo giusto e corretto reintrodurre l’ulteriore seconda giornata alla migratoria sino al 30 novembre”.

 
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