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E’ stata rinviata a febbraio la prossima udienza del processo per il naufragio del “Lugarain”, il peschereccio di Cesenatico affondato un anno fa (era l’alba del 19 ottobre del 2022) con cinque membri dell’equipaggio a circa 21 chilometri dalla costa di Ravenna.

Per quell’episodio controverso sono finiti in tre a processo: il comandante ed il primo ufficiale di coperta del mercantile “Mika” (con cui si scontrò il Lugarein) ed il comandante di quest’ultimo.

Ieri, per la prima volta, gli imputati sono comparsi di fronte al giudice che dovrà esprimersi su una serie di capi d’imputazione.

Nello specifico, comandante e primo ufficiale della motonave di 82 metri battente bandiera danese dovranno rispondere di naufragio in quanto – secondo la ricostruzione dell’accusa – non avrebbero mantenuto condotte di navigazioni prudenti utilizzando tutte le accortezze e le strumentazioni utili ad evitare l’impatto (compresa la procedura “SST”), omettendo di dare la precedenza al peschereccio. Il comandante del “Lugarein”, a sua volta, è accusato di essersi spinto a pescare in un’area interdetta.

 
 
 
 
 
 
 
 

Benché il rischio inquinamento sia stato fortunatamente sventato, a tutti è contestato il fatto di avere messo a repentaglio le acque con l’affondamento del “Lugarain”.

In sostanza, è la tesi del sostituto procuratore Monica Gargiulo al termine delle indagini condotte dalla Capitaneria di porto, se i due comandanti avessero rispettato tutte le norme del traffico navale, l’incidente non si sarebbe mai verificato.

 
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