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Dopo le ultime irregolarità riscontrate dall’Ispettorato del Lavoro in alcune strutture ricettive di Cesenatico (in un hotel erano impiegati persino due lavoratori clandestini), tornano a tuonare i sindacati UIL e UIL TuCS di Cesena: “Ancora oggi – spiega il segretario Paolo Manzelli – ribadiamo come nel territorio cesenaticense esistano tante realtà imprenditoriali che rispettano le regole, ma come sia altrettanto evidente che le notizie apparse nuovamente in questi giorni, dove le forze dell’ordine hanno sanzionato ulteriori strutture ricettive di Cesenatico per irregolarità e lavoro nero, manifestino come la mancanza di manodopera sia determinata, non dalla carenza di disponibilità da parte dei lavoratori ad accettare offerte di lavoro, ma dal fatto che questo personale sovente viene sfruttato, sottopagato e posto in condizioni di lavoro non adeguate rendendo del tutto non appetibile il posto di lavoro. Ne sono riprova le innumerevoli vertenze aperte dalla UIL TUCS anche quest’anno, quando finita la stagione turistica, i lavoratori hanno cominciato a recarsi nelle sedi della UIL rivendicando differenze retributive e clausole contrattuali non rispettate”.

Secondo il sindacato “il tema non sono quindi i giovani che non si rendono disponibili all’attività lavorativa ma i datori di lavoro che troppe volte pensano di fare cassa sul lavoratore invece di valorizzarlo garantendo condizioni di lavoro adeguate e rispetto dei contratti”.

 
 
 
 
 
 

“Rinnoviamo pertanto – scrive in una nota Manzelli – la nostra preoccupazione sulle situazioni che denotano un panorama di una irregolarità sempre più diffusa, e che ancora oggi emergono dalla stampa, ritenendo indispensabile che l’Amministrazione Comunale, così come richiesto dalla UIL e da Giuliano Zignani, si attivi per l’apertura di un confronto, congiuntamente con le Associazioni di Categoria e le Organizzazioni Sindacali, sulla qualità del lavoro con l’obiettivo di un inversione di tendenza sulla visione del fare impresa che rimetta al centro il lavoratore e la sua professionalità che, in quanto tale, deve essere adeguatamente retribuita, andando anche nella direzione di un reale rispetto dei contratti nazionali di lavoro sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale”.

 
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