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Il termometro è in picchiata e, dalla prossima settimana, per la prima volta, si avvicinerà allo zero. Anche nelle case dei romagnoli, da sempre fedeli alle tradizioni, si comincia a pensare di accendere il camino.

Ma quest’anno sarà più difficile trovare legna da ardere. Complice l’ultima alluvione che ha reso inaccessibili molte zone boschive, limitando sensibilmente il regolare approvvigionamento.

Secondo un’analisi stilata da Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, la produzione di legna da ardere, utilizzata sempre più per stufe e camini, presenta quest’anno un calo del 25%.

“La campagna era iniziata nel migliore dei modi – spiegano da Confagricoltura – la richiesta era alta e c’erano i presupposti per accontentare tutti i cittadini che, complice le bollette del gas alle stelle nel 2022, avevano scelto di puntare sulla legna da ardere. Poi l’alluvione si è abbattuta sulla Romagna causando danni ingenti in collina e montagna, isolando comuni, strade e boschi. In molti casi le nostre aziende non hanno avuto la possibilità di raccogliere gran parte del legname, anche quello già tagliato e sistemato negli imposti e nei piazzali temporanei”.

 
 
 
 
 
 

La mancanza di legna inciderà anche sui prezzi? Per il momento sembra di no. In media il costo del legno di quercia, roverella o cerro, si attesta sui 20 euro al quintale, mentre quello di acacia e castagno sui 18 euro.

 
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