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Non capita spesso, nella “civile” Cesenatico, di dover raccontare episodi legati al razzismo. Lo ha fatto, attraverso un polemico post su Facebook, il titolare della sartoria di via Leonardo Da Vinci che racconta di aver vissuto “in prima persona il razzismo contro gli stranieri”.

Questo il suo racconto: “Purtroppo, per problemi famigliari molto importanti, abbiamo chiuso per un’oretta il negozio e ci siamo dimenticati di un appuntamento. Mi chiama una signora e mi dice che c’è una sua amica che mi sta aspettando fuori dal negozio, ma è chiuso. Ho risposto dicendo che stiamo tornando e che mio padre è in ospedale e sta male. Lei mi risponde: ‘Non mi interessa niente perché qui in Romagna non funziona così, sennò tornate al vostro paese’.

Ho chiesto scusa per la dimenticanza poi, arrivati in negozio, sono andato dalla signora e le ho detto che mi dispiaceva che avesse trovato chiuso senza nessun preavviso, ma era urgente e non potevamo farci niente. Lei mi risponde dicendo: ‘non mi interessa niente di tuo padre, dovete tenere aperto quando avete gli appuntamenti’. Ho risposto che aveva ragione ma, quando c’è un’urgenza, io metto prima la mia famiglia e poi il negozio. Le ho detto anche, gentilmente, di moderare le parole e di non urlarmi, siamo una famiglia molto tranquilla e non vogliamo problemi. E lei mi ha risposto: ‘altrimenti cosa? Mi ammazzi? Mi uccidi?’. Le ho risposto che al massimo potevo farle una denuncia. Infine, mi ha cacciato fuori come se fossi un animale”.

 
 
 
 
 
 
 
 

“Cesenatico – conclude il racconto – è una città meravigliosa ed è la mia casa da tanti anni e questo episodio non mi farà cambiare idea, ma accettare quelle parole è davvero difficile. Perché uno è straniero allora deve esserci lo stereotipo che è una persona violenta? Ho voluto condividere questa storia per fare capire che il razzismo è sempre sbagliato e bisogna sempre mettersi nei panni delle altre persone”.

 
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