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Negli anni d’oro delle discoteche è stato uno dei “simboli” del mondo della notte romagnola, il Paradiso.

Sul colle di Covignano dominava Rimini e orientava le tendenze in quella striscia di terra, la Riviera, divenuta negli anni Ottanta e Novanta il ‘divertimentificio’ europeo.

Un vero e proprio tempio del divertimento – nato all’alba degli anni Sessanta – e destinato a rimanere nella memoria.

Il locale amato da migliaia e migliaia di persone, salite sul colle per ‘vedere e farsi vedere’, a fianco di cantanti e modelle, stilisti di grido e politici, calciatori, stelle dello spettacolo italiano e internazionale, sparisce infatti per sempre sotto il peso delle ruspe.

 
 
 
 
 
 
 
 

Al suo posto, riporta Qn/Il Resto del Carlino, resteranno “una targa e ad altri ‘segni’, a indicare il luogo del mito” all’interno di un centro per la cultura e l’arte.
Una struttura destinata a ospitare eventi, mostre e vernissage sulle ceneri di quella discoteca chiusa nel 2011 e acquistata all’asta, nel 2018, dalla società, la Filo.

Ora – ottenuto il via libera alla demolizione lo scorso maggio – arriva l’abbattimento dell’edificio che fa scendere il sipario su un’epopea, quella del Paradiso, iniziata nel 1957 da un’idea di Tina Mirti Fabbri che trasformò in un dancing la villa di famiglia e consacrata dal figlio, Gianni Fabbri – cui Rimini ha recentemente dedicato una rotatoria.
Lasciato da Fabbri nel 2001 il Paradiso, dopo varie gestioni ha chiuso i battenti, per sempre, nel 2011 sulla scia di tante strutture in Romagna e non solo, spazzate via dal declino epocale delle discoteche.

 
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