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Malgrado il silenzio di Roma e uno scenario normativo caotico e indefinito, a pochi giorni dalla scadenza del 31 dicembre, il Comune di Rimini – in maniera del tutto autonoma (visto che indicazioni ufficiali in materia non ne esistono) – ha deciso di mettere mano alle linee-guida per le evidenze pubbliche per l’assegnazione delle concessioni demaniali marittime nel 2024.

Obiettivo dell’ente la regolarizzazione delle concessioni alla normativa europea, in scadenza il 31 dicembre 2023 ed evitare il caos. Ovvero, consentire a bagnini, chioschisti e mosconai di lavorare, permettendo il regolare svolgimento della stagione balneare 2024. 

In assenza di una normativa nazionale, dunque, i Comuni cominciano a fare di testa propria. E a rompere gli indugi è stata proprio Rimini, la prima meta balneare d’Italia per presenze turistiche, dove la Giunta ha approvato l’atto di indirizzo che dovrà regolare le evidenze pubbliche delle sue 470 concessioni demaniali.

Con il supporto di un tavolo tecnico amministrativo, costituito ad hoc e composto da dirigenti e personale degli uffici comunali, affiancati da un pool di esperti del settore e legali costituzionalisti, l’ente riminese ha dunque fissato alcuni requisiti dei bandi come la “capacità tecnica e professionale del concessionario” e “la capacità finanziaria”. Sarà valorizzata la “promozione delle piccole e medie imprese, le ricadute occupazionali, la sostenibilità ambientale e l’idoneità degli interventi proposti dagli aspiranti concessionari per assicurare un elevato livello di protezione ambientale e il minimo impatto sul paesaggio”.

 
 
 
 
 
 

Sono criteri di ordine generale, precisa l’amministrazione, “che saranno quindi maggiormente approfonditi e specificati negli atti relativi alle singole categorie di concessioni”.

Con la formalizzazione di questo passaggio, si dà quindi mandato agli uffici comunali di predisporre le procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni per l’anno prossimo. L’avvio del procedimento consente al Comune di differire la data di scadenza delle concessioni attualmente in essere per il tempo necessario all’indizione delle gare, utilizzando l’anno di slittamento ‘per oggettive difficoltà’ previsto dal decreto concorrenza Draghi, come anche concordato con la Regione e gli altri Comuni della costa dell’Emilia Romagna.

 
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