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Siamo abituati allo sciopero nei trasporti, nel mondo scolastico e nel settore pubblico. Un po’ meno nel comparto del commercio privato, dove le rivendicazioni sindacali sono più problematiche. E così, quando venerdì 22 dicembre, il supermercato Famila di Cesenatico è rimasto chiuso tutto il giorno, in tanti si sono posti la fatidica domanda: che succede?

Semplice, i lavoratori del settore hanno aderito ad uno sciopero indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil per protestare contro i mancati rinnovi dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro.

In alcuni comparti del terziario e del turismo, infatti, i lavoratori attendono il rinnovo dei contratti nazionali da ormai cinque anni, “un fatto gravissimo – secondo le sigle sindacali – che va ad alimentare il fenomeno del lavoro povero, con buste paga da fame per oltre 111mila persone impiegate nei settori terziario, turismo e servizi, se guardiamo ai numeri della provincia Forlì Cesena”.

 
 
 
 
 
 
 
 

Lo sciopero, come detto, ha interessato i settori Terziario, Distribuzione e Servizi, della Distribuzione Moderna Organizzata, della Distribuzione Cooperativa e del comparto turistico ricettivo alberghiero, dei pubblici esercizi, della Ristorazione Collettiva e Commerciale, delle Agenzie di Viaggio e delle Aziende Termali. I dipendenti di questi settori stanno attendendo il rinnovo del contratto, come detto, in media da tre anni. E mentre in altre realtà l’astensione è stata blanda, al supermercato Famila lo sciopero è riuscito.

 
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