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Sulle concessioni demaniali all’asta governa ancora il caos. A Rimini è già stata annunciata una delibera ad hoc che fissa alcuni (generici) criteri per i bandi, una strada non condivisa da Ravenna, secondo cui l’inevitabile conseguenza sarà “una serie infinita di contenziosi”. Per questo, nella città di Bisanzio, si starebbe pensando di differire al 31 dicembre 2024 la validità delle concessioni in essere e realizzare, contemporaneamente, una sorta di ricognizione sulle concessioni esistenti per capire a cosa corrisponda esattamente quella concessione. Per esempio, verificare che tutto sia in regola dal punto di vista urbanistico.

Una strada interlocutoria scelta anche da altri Comuni come Cesenatico dove si attende che il Governo si pronunci, una volta per tutte, su come intenda gestire la questione.

Nessuno conosce l’orientamento dell’Esecutivo, tanto che qualcuno insinua che, in queste ultime settimane, si sia fatto pochino in materia. Un’ipotesi categoricamente smentita da alcuni parlamentari del centro-destra che hanno assicurato che, negli ultimi tempi, “il dialogo con l’Europa, in realtà, è stato molto serrato”.

Al di là degli scontri politici, ad oggi, l’unica certezza è che l’Europa non attenderà oltre. E dunque l’Italia, entro un paio di settimane, dovrà comunicare ufficialmente a Bruxelles quale criterio intende adottare per gestire le concessioni balneari.

I bagnini hanno chiesto di mettere a bando le spiagge non occupate, ma la proposta si è già incagliata di fronte alle proteste degli ambientalisti che non vedono di buon occhio un ulteriore sfruttamento del territorio costiero. Nella categoria permane comunque un certo ottimismo perché, durante la campagna elettorale, le promesse ci sono state e dunque un “dietrofront” non viene neppure contemplato.

 
 
 
 
 
 
 
 

Sul piano formale, in attesa delle indicazioni del Governo, Cesenatico ha dato mandato agli uffici comunali di lavorare alla creazione dei bandi entro il 31 dicembre 2024 come previsto dalla legge Draghi, che è quella in vigore. Resta da capire se sarà un lavoro “utile” visto che non è facile impostare evidenze pubbliche senza regole certe ed uniformi, ma questo è un problema comune a tutte le amministrazioni coinvolte.

La questione, ovviamente, è anche “politica” e, nei giorni scorsi, il Pd ha tuonato contro l’Esecutivo parlando di “stallo assurdo”. L’ultimo ad affondare il colpo è stato Andrea Corsini, assessore regionale al Turismo che, dopo quanto accaduto a Rimini, ha parlato di “disastro annunciato”.

 
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