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Nevica sempre meno su Alpi e Appennini, con gli impianti sciistici sempre più in difficoltà tra chiusure e aperture a singhiozzo, mentre i “finanziamenti d’oro” per l’innevamento artificiale non accennano a diminuire. 

E’ quanto emerge dal nuovo report di Legambiente Nevediversa 2024, con l’Emilia-Romagna che è una delle regioni osservate speciali. Nel dettaglio, nella nostra regione sono 9 gli impianti dismessi, 6 quelli temporaneamente chiusi, 7 quelli che aprono a singhiozzo.

La stagione 2023/24 è iniziata con 4milioni e 67mila euro stanziati dalla Regione per indennizzare le imprese del turismo invernale danneggiate dalla scarsità di neve dell’inverno precedente.

Legambiente ricorda anche il finanziamento a fondo perduto di 20 milioni di euro per il nuovo impianto di risalita verso il lago Scaffaiolo, un’infrastruttura osteggiata da associazioni e comitati locali.

La Regione, inoltre, ha messo a disposizione dei gestori privati di impianti di risalita e aree sciabili un finanziamento, per l’anno 2022, per un totale di contributi assegnati di 634.031 euro.

 
 
 
 
 
 

All’area sciabile di Cerreto Laghi (società privata Turismo Appennino srl) sono stati finanziati 21mila euro per miglioramento impianto di innevamento. Nessuna risorsa è invece investita per lo smantellamento degli impianti abbandonati e ormai fatiscenti o nella realizzazione di progetti di riuso degli impianti ancora in buono stato: “Capiamo la necessità di salvaguardare l’economia di questi territori e di evitare l’impoverimento e lo spopolamento del nostro appennino, ma occorre trovare strategie diverse”, ha sottolineato Francesco Occhipinti, direttore di Legambiente Emilia-Romagna. “E’ un dato di fatto che la neve sugli Appennini è sempre meno e non si potrà continuare con la produzione di neve programmata, che comunque richiede acqua come materia prima, risorsa il cui uso può generare conflitti di interesse visti i periodi siccitosi che stiamo attraversando. E’ necessario preparare il territorio a nuove forme di turismo e smettere di investire denaro pubblico in attività che rischiano di non avere futuro”.

 
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