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Il 9 dicembre 2023 è entrata in vigore la legge 24 novembre n.168, ovvero “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”, strumento normativo che interviene in un delicatissimo ambito con disposizioni che intendono rafforzare la tutela delle donne, ad anticipare la soglia della tutela penale e assicurare l’adeguata rapidità dei tempi d’intervento nei procedimenti che riguardano questi crimini, favorendo, al contempo, la partecipazione degli autori di queste condotte a percorsi di recupero.

Si tratta di un fenomeno che colpisce l’intero territorio nazionale e riguarda in maniera “trasversale” tutte le categorie sociali.

Per fronteggiare tale emergenza, la Divisione Anticrimine della Questura di Forli, al cui interno è costituita una sezione speciale che scandaglia questa tipologia di reati, ha individuato, di recente, 15 casi di violenza domestica o stalking, che hanno determinato l’irrogazione di altrettanti “ammonimenti”.

Si tratta perlopiù di uomini di tutte le “classi sociali”, dall’operaio al professionista, che non si rassegnano alla conclusione di una relazione sentimentale e, per cercare di recuperare un rapporto con la ex, ormai concluso da tempo, mettono in atto una serie di comportamenti che si trasformano in veri atti persecutori per la vittima, la quale spesso subisce profondi stress emotivi, veri e propri stati d’ansia che la costringono talvolta a cambiare abitudini di vita pur di non incontrare lo stalker.

E’ il caso, per esempio, di un quarantenne forlivese il quale, oltre ad aver per lungo tempo molestato la ex partner, si è spinto a vessare anche due colleghi di lavoro della vittima, recandosi più volte sul posto di lavoro e accusandoli di essere complici del suo allontanamento.

Oppure il caso di un quarantenne cesenate che, tra i comportamenti vessatori, è arrivato persino ad introdursi nottetempo nell’abitazione della ex per spiarla mentre lei era in compagnia del nuovo partner.

O di un sessantenne forlivese il quale, per non essere riconosciuto, si era fatto prestare l’auto della vicina di casa per seguire in ogni spostamento l’ex amante.

Ancora, è il caso di una donna (l’unico caso di una donna stalker tra i 15 analizzati) che si è finta operatrice di un call center pur di raggiungere e avere contatti con l’ex partner.

Altra fenomenologia si riferisce alle violenze intra familiari, spesso in presenza di figli minori. Sono i casi più difficili da intercettare per il timore o la vergogna da parte delle vittime di denunciare, perché conviventi con lo stalker o perché dipendenti economicamente o soggiogate psicologicamente.

E’ il caso di un cittadino rumeno, trentenne, alcolista, che, per futili motivi, ha usato violenza nei confronti della compagna in stato di gravidanza e alla presenza di una figlia minorenne. La donna, per paura di un’escalation di violenza, è fuggita rifugiandosi a casa dei vicini, in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine.

Altro strumento preziosissimo per contenere la “furia” dei maltrattanti è la misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale, proposta dal Questore ed accolta dal Tribunale di Bologna, Sezione Misure di Prevenzione.

Proprio oggi, è stata data attuazione a tale misura, per la durata di 2 anni, a carico di un 50enne, già condannato per maltrattamenti in famiglia, il quale, scontata la pena, ha reiterato le condotte nei confronti della ex moglie, ormai separata. Nei suoi confronti è stato disposto il divieto di soggiorno nella località ove è residente la ex moglie, il divieto di uscire di casa tra le 20 e le 7 e il divieto di partecipare a pubbliche riunioni. In caso di trasgressione di tali prescrizioni, è previsto l’arresto.

I 15 ammonimenti irrogati sono un numero superiore rispetto a quelli emessi nell’intero anno precedente (2023), a dimostrazione dell’attenzione verso un fenomeno diffuso e che mette a rischio vittime vulnerabili.

Per questo, l’invito ai cittadini, e alle donne in particolare, è quello di segnalare e denunciare, senza indugio, tali condotte per mettere in condizione le forze dell’ordine di intervenire in maniera tempestiva ed efficace, tenuto conto che nel 90% dei casi la misura dell’ammonimento scoraggia e interrompe il ciclo della violenza.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
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