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E’ in arrivo il nuovo decreto autovelox destinato a regolare il posizionamento e l’utilizzo delle apparecchiature di rilevamento a distanza del rispetto dei limiti di velocità. Un decreto che nella forma è ormai definitivo e che porterà cambiamenti significativi alla vita quotidiana degli automobilisti, e forse risolverà in modo piuttosto drastico polemiche attorno ai limiti di velocità di 30 km/h previsti in alcune città, resi di fatto non adottabili, tranne che con contestazione immediata. 

Prima di tutto un dato che non sorprende: l’Italia è il primo Paese in Europa per numero di autovelox, 23 ogni 1.000 km. Ecco le due principali novità. 

STRADE EXTRAURBANE 

Autovelox e tolleranze, quando scatta la multa per eccesso di velocità

Vale il nuovo principio del limite al limite, che tradotto banalmente significa la possibilità di utilizzare l’autovelox solo se il massimo della velocità concessa su quel tratto è inferiore di non oltre 20 km/h rispetto a quanto previsto dal Codice per quel tipo di strada. In sostanza, se sulle strade extraurbane principali il limite è fissato a 110 km/h, non sarà possibile installare un autovelox nei tratti in cui sia previsto a meno di 90 km/h.

Esiste poi una previsione a tutela della riconoscibilità dell’autovelox, che dovrà essere preceduto dal segnale che impone il limite a non meno di 1 km, mentre tra due dispositivi diversi deve mantenersi una distanza di almeno 3 km sulle strade extraurbane principali, 1 km su quelle secondarie.

STRADE URBANE

In città il decreto autovelox risponde in modo diretto alle polemiche sui limiti a 30 km/h imposti da alcuni Comuni, la cui violazione potrà però essere contestata solo in modo immediato, dunque solo non attraverso dispositivi di rilevazione. Questo è il risultato di una generale imposizione del limite minimo sanzionabile a 50 km/h attraverso ogni forma di autovelox, tanto sulle strade ad alto scorrimento che su quelle interne. La distanza minima tra il segnale che ribadisce il limite e il dispositivo non può scendere sotto i 200 metri sulle strade ad alto scorrimento, a 75 metri su tutte le altre, mentre tra due autovelox non possono intercorrere meno di 500 metri.

REGOLE CERTE

Il decreto autovelox, redatto dal ministero delle Infrastrutture in accordo con il ministero dell’Interno, introduce poi alcuni principi generali che valgono tanto per l’istallazione dei dispositivi fissi o mobili che per l’eventuale e successiva contestazione delle sanzioni da parte degli automobilisti. Gli autovelox potranno essere installati solo se su un determinato tratto di strada si è registrato un livello di incidenti elevato nei 5 anni precedenti, se la velocità media rilevata è superiore ai limiti consentiti o ancora se esiste una impossibilità documentata a procedere alla contestazione immediata delle infrazioni. I singoli Comuni perderanno la libertà di installare dispositivi senza accordo preventivo con le altre amministrazioni locali del territorio e in ogni caso la gestione operativa dei dispositivi dovrà essere totalmente a carico delle forze di polizia, senza possibilità di delega a società esterne. Alle previsioni del decreto autovelox va poi aggiunta una significativa novità che si appresta ad essere introdotta dal disegno di legge di riforma del Codice della strada, ovvero l’eliminazione della doppia sanzione sullo stesso tratto di strada se la seconda violazione è stata riscontrata entro un’ora dalla prima, con la multa maggiorata di 1/3. D’altro canto, ancora la riforma prevede l’obbligo di verifiche periodiche e taratura per gli autovelox, argomento a lungo dibattuto e risolto in questo senso dalla Corte costituzionale già nel 2015.

autovelox cesenatico
 
 
 
 
 
 
 
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