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Minacce e intimidazioni anche agli agenti della polizia municipale, agli operatori della nettezza urbana, persino al responsabile attività produttive del comune. Pensavano di poter comandare anche a Cesenatico Rocco Patamia e suo figlio Francesco, già candidato alla Camera con Noi Moderati nel collegio di Piacenza, secondo il pm dell’antimafia Marco Forte, legati alla ‘ndrangheta. Nell’estate 2018 avevano acquisito 4 locali storici della riviera, intimidivano dipendenti e fornitori, si ribellavano persino ai controlli sulla raccolta dei rifiuti e l’occupazione di suolo pubblico terrorizzando i pubblici ufficiali.

Il sindaco di Cesenatico ha spiegato in aula, al tribunale di Ravenna, perchè ha deciso di segnalare alla prefettura ciò che stava accadendo a Cesenatico. Da lì sono partite le indagini che hanno portato al processo Radici sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in riviera: 24 imputati, accuse di associazione a delinquere, estorsione, riciclaggio, con l’aggravante del metodo mafioso.

“Un nostro agente è stato minacciato di morte dal gestore di un bar: abbiamo subìto denunciato – ha spiegato il sindaco Gozzoli -. C’erano segnali preoccupanti nelle cessioni di attività commerciali a persone pressoché sconosciute sul territorio e si sono verificati gravi casi di minacce a dipendenti comunali che non potevamo tollerare e tanto meno ignorare”.

 
 
 
 
 
 

Al pm Marco Forte della Dda di Bologna, in particolare, Gozzoli ha ricostruito così i fatti del 2018: “Quando abbiamo visto dei cambi di gestione sospetti, ho fatto la segnalazione alla prefettura di Forlì-Cesena, per far luce sulle compravendite di bar, pasticcerie, un ristorante ed un albergo. Un nostro agente della Polizia locale ci ha detto di aver ricevuto delle minacce dal gestore di un bar, mentre stava eseguendo dei controlli sull’occupazione del suolo pubblico, ed un agente accertatore di Hera è stato minacciato di morte per un verbale da 100 euro relativo a dei rifiuti non gestiti correttamente all’esterno di un ristorante sul lungomare. Questi sono fatti su cui non potevamo lasciar correre ed abbiamo così deciso di denunciare cosa stava accadendo”.

Gozzoli testimonierà nuovamente il 21 maggio, quando dovrebbe essere presente un altro imputato titolare di attività a Cesenatico, ieri assente in aula per malattia.

 
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