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Ieri mattina il sindaco Matteo Gozzoli è stato chiamato a testimoniare, in tribunale a Ravenna, nell’ambito del processo “Radici” dove il il Comune di Cesenatico si è da subito costituito parte civile. 

Il filone romagnolo del procedimento è nato da un’indagine della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato con i reati contestati di associazione a delinquere, bancarotta, autoriciclaggio, intestazione fittizia ed estorsione. 

Alla base, l’apertura di una serie di attività commerciali lungo la costa romagnola, nel ramo della ristorazione, dolciario ed edile. Investimenti illeciti, secondo gli inquirenti, realizzati con i soldi delle cosche ‘ndranghetiste calabresi dei Piromalli e dei Mancuso.

In particolare cinque tra bar, pasticcerie, ristoranti e hotel erano stati acquisiti in breve tempo da un’unica società riconducibile a imprenditori calabresi, talmente arroganti da minacciare gli agenti della Polizia Locale e gli operatori della nettezza urbana durante i controlli sull’occupazione di suolo pubblico e lo smaltimento dei rifiuti.

Un’indagine che vede 24 indagati, 30 milioni di beni sequestrati.

 
 
 
 
 
 

Il sindaco Matteo Gozzoli e tutto il Comune di Cesenatico sono stati parte attiva nel denunciare gli episodi segnalati da vari cittadini nel 2018. Insieme al primo cittadino – che ha risposto alle domande del Pubblico Ministero e degli avvocati difensori – sono stati sentiti in aula anche agenti della Polizia Locale, componenti delle forze dell’ordine e privati cittadini.

Presenti in aula ad assistere all’udienza il vicesindaco Lorena Fantozzi, l’assessore Emanuela Pedulli, una rappresentanza della maggioranza consiliare, esponenti di Libera e Legambiente.

“Nel 2018, a seguito di numerosi e anomali cambi di gestione di pubblici esercizi e a seguito di alcune minacce che i gestori avevano rivolto a esponenti della Polizia Locale e non solo, – interviene il sindaco Gozzoli – ho deciso di segnalare i fatti alla Prefettura di Forlì-Cesena. Quel segnale é stato uno dei tanti che ha fatto partire l’operazione “
‘Radici’. Come Comune ci siamo costituti parte civile in questo procedimento e siamo al lavoro con le autorità competenti per mettere in campo tutti gli atti necessari a evitare infiltrazioni mafiose nel nostro territorio”.
 
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