Social e populismo, si sa, creano una valanga di fake-news. Come quella secondo cui, da quest’anno – scadute le concessioni – tutti gli stabilimenti balneari sarebbero diventati “abusivi”. Pertanto chiunque, in teoria, potrebbe stendere liberamente il proprio telo sulla spiaggia di Cesenatico, senza che nessuno abbia il diritto di chiedere nulla in cambio.

Sulla scorta di questa (falsa) informazione, nelle scorse settimane, sono state organizzate su alcuni litorali romagnoli degli atti dimostrativi con delle occupazioni simboliche, l’ultima sulla spiaggia del famoso Papeete Beach di Milano Marittima. 

A soffiare sulla “grancassa” delle polemiche é stata l’associazione “Mare Libero” che, in vari post sui social, ha dichiarato che “dal 1 gennaio tutti gli stabilimenti balneari italiani sarebbero abusivi e che, pertanto, tutti i cittadini oggi potrebbero stendere il proprio telo ovunque in riva al mare”. 

Molti media hanno dato ampio risalto a queste dichiarazioni, ma la realtà é un tantino diversa, tant’é che alcuni attivisti sono già stati querelati e il presidente di Mare Libero è stato diffidato dalle associazioni di categoria dell’Emilia-Romagna, che lo hanno accusato di invitare i cittadini ad assumere “comportamenti contrari alla legge e potenzialmente turbativi per l’ordine pubblico”. 

Con la legge sulla concorrenza del 2022, infatti, il governo Draghi ha recepito le disposizioni del Consiglio di Stato sulle aste, ma ha anche previsto la possibilità di un anno in più – fino al 31 dicembre 2024 – per i Comuni che non avessero fatto in tempo a concludere le procedure selettive entro lo scorso anno. Quasi tutti i comuni costieri – Cesenatico compresa – si sono ovviamente avvalsi della proroga tecnica al 2024, poiché il governo Meloni non ha mai approvato il decreto attuativo previsto da Draghi per stabilire dei criteri nazionali con cui organizzare le gare.

Ma l’Autorità garante della concorrenza, come noto, ha ritenuto “illegittima” la proroga invitando diffide alle amministrazioni locali. E questo, secondo alcuni, avrebbe fatto scattare un decadimento automatico delle concessioni balneari e quindi la trasformazione della spiaggia in un’area fruibile gratuitamente da tutti.

In realtà, la diffida indica certamente una rotta, ma non invalida formalmente la proroga. Dunque – secondo la legge approvata da Draghi – fino al 31 dicembre 2024 “l’occupazione dell’area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima”, come dimostrano anche le recenti sentenze emanate dal Consiglio di Stato basate sulla tutela del “pubblico interesse”. Cosa significa? In pratica, il prendersi cura delle spiagge e garantirvi la pulizia e la sicurezza non é una libera “scelta” da parte del bagnino, bensì un “obbligo” che nessun altro, in questa fase, può garantire (pensiamo al servizio di salvamento o alle spese per rendere accessibile la spiaggia con i camminamenti e le sedie per i disabili). In sostanza, il nostro Stato ha deciso di delegare agli operatori balneari una serie di funzioni di “pubblico interesse” e, sulla scorta di queste, il Consiglio di Stato ha scelto di accettare la proroga delle concessioni per evitare che le spiagge italiane – piene di turisti – restino sprovviste quest’estate di alcuni servizi essenziali.

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