“Ci teniamo a ringraziare tutte le persone che si sono spese per questa campagna referendaria, lavoratori, lavoratrici, pensionate, pensionati, studenti, volontarie e volontari di tantissime realtà del territorio, sindacali, associative e politiche, che hanno sostenuto con convinzione i 5 quesiti referendari. Vogliamo ringraziare le cittadine e i cittadini che si sono recati alle urne per decidere su temi urgenti, nonostante gli appelli di alcune personalità che pur ricoprendo ruoli istituzionali hanno invitato all’astensionismo, anziché difendere la partecipazione democratica che è alla base della costruzione del nostro Paese”. Così Maria Giorgini, segretario generale della CGIL Forlì Cesena.
“Abbiamo visto tante persone recarsi ai seggi, tra queste vogliamo sottolineare la presenza dei giovanissimi estremamente motivati, come anche la presenza di persone anziane, alcune anche con difficoltà a deambulare, ma che volevano ostinatamente votare, riconoscendo il diritto e dovere civico del voto quale elemento imprescindibile per una democrazia. Abbiamo giocato una partita difficilissima – continua Maria Giorgini – ma profondamente giusta, che ha portato il paese a discutere di diritti sul lavoro e cittadinanza. Abbiamo reagito alla mancanza di informazioni da parte dei mass media, con una campagna casa per casa, di cui siamo orgogliosi, e continueremo a batterci per affermare dignità, sicurezza e diritti sociali e civili nei luoghi di lavoro e nel territorio, come anche a combattere l’indifferenza facendoci carico di aumentare i momenti di partecipazione nelle nostre comunità”.

“Nel paese milioni di persone hanno votato per un lavoro sicuro, tutelato, dignitoso e per diritti a tante persone italiane a tutti gli effetti ma che restano ingabbiate nel ricatto del permesso di soggiorno, un dato che deve fare riflettere urgentemente la politica e le istituzioni nel mettere in campo riforme urgenti che diano risposte a queste esigenze. Nel nostro territorio più di un cittadino su tre della nostra provincia è convinto che nel lavoro e nei diritti di cittadinanza le cose debbano cambiare. Nel nostro territorio le cose infatti non sono diverse da ciò che accade nel paese, il 92% delle assunzioni sono precarie, i salari bassi, e si continua ad infortunarsi e morire sul lavoro, per questo ci carichiamo sulle spalle la responsabilità di dare una risposta giorno dopo giorno con tutti gli strumenti possibili, a partire dal continuare a sostenere tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori che, come avvenuto in Giuliani Arredamenti, rivendicano condizioni dignitose nel lavoro e su salute e sicurezza, e proseguiremo a chiedere alle Istituzioni di mettere in campo ogni azione per garantire legalità, sicurezza e tutele nei luoghi di lavoro, come anche agire per politiche inclusive volte a garantire maggiori tutele alle persone , tra cui tante ragazze e ragazzi, che non hanno diritti di cittadinanza. La nostra battaglia per una cittadinanza inclusiva e per le tutele nei luoghi di lavoro non si ferma, continueremo a impegnarci e a lavorare, senza interruzioni, contro la precarietà, dalla parte di chi chiede un salario giusto, il rinnovo dei contratti collettivi nazionali, sicurezza per i lavoratori e le lavoratrici, come anche chiedere con forza la modifica delle leggi sbagliate e disumane sulla gestione del fenomeno migratorio, leggi che chiaramente hanno fallito, e per dare attuazione alla nostra Costituzione repubblicana e antifascista”, conclude il Comitato Referendario Territoriale (La Primavera della Democrazia).