Sono 41.770 le prestazioni erogate, individuali o di gruppo, 10.111 pazienti trattati nel 2024 tra quelli in carico e nuovi accessi, 51 gruppi di supporto psicologico attivati, 94 professionisti operativi in tutti i Distretti sanitari dell’Emilia-Romagna.

Aver creduto nella figura professionale dello psicologo nelle Case della Comunità si sta dimostrando per la Regione una scelta giusta: al bilancio positivo dell’attività svolta fino a giugno 2025 si aggiunge anche la conclusione, a giugno, del primo ciclo di formazione rivolto ai professionisti delle Ausl, durante il quale sono stati presentati e discussi i dati di attività e il numero di pazienti coinvolti nel corso del 2024.

“Siamo stati tra le prime Regioni a credere in questa figura professionale a supporto dei cittadini, in un momento in cui il bisogno di assistenza psicologica, soprattutto dal Covid in poi, ha assunto dimensioni che non hanno precedenti negli ultimi 20 anni- dichiara l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi-. Gli psicologi delle Case delle Comunità si stanno dimostrando di grande importanza, con dati sulle richieste ed erogazione dei servizi sicuramente al di sopra delle aspettative. Oggi siamo tra le Regioni con le migliori performance, ottenute, importante ricordarlo, in totale assenza di risorse nazionali dedicate”.

psicologo
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“L’obiettivo – prosegue Fabi- è favorire una maggiore accessibilità alla consultazione psicologica primaria e valorizzare l’approccio di comunità, per rispondere a bisogni di benessere psicologico che spesso rimangono inespressi nella popolazione e per intervenire in fase precoce, in una logica di prevenzione e promozione della salute. Continueremo a lavorare per rafforzare questa figura professionale e dare uniformità ai servizi su tutto il territorio regionale”.

Sulla scorta dei buoni risultati raggiunti, la Regione punta dunque al consolidamento del servizio, in piena attuazione e coerentemente con la riforma dell’assistenza territoriale contenuta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il prossimo obiettivo sarà quindi quello di rendere la consultazione psicologica primaria accessibile a tutta la popolazione, definendo standard minimi di personale per ogni Ausl.
Personale su cui in Emilia-Romagna, peraltro, negli ultimi anni si è molto investito. Gli psicologi che lavorano per il Servizio sanitario regionale sono aumentati del 23,1% in quattro anni: nel 2019 erano 589 e 725 nel 2023 (quindi 136 in più), a cui si aggiungono 152 specialisti ambulatoriali.

 

Gli psicologi delle Case della Comunità

Con leLinee di indirizzo per l’implementazione della psicologia nelle Case della comunità approvate dalla Regione in dicembre 2023, sono stati definiti quattro principali ambiti d’azione nei quali opera questa figura professionale: consultazione psicologica primaria in collaborazione e  integrazione con i Medici di medicina generale; promozione della salute della comunità e dei corretti stili di vita; supporto al mantenimento della qualità della vita per le persone con malattie somatiche; infine, consulenza organizzativa e formazione ai diversi team multiprofessionali che operano all’interno delle Case della comunità.
In sintesi, la funzione della psicologia nella Casa della Comunità non è solo orientata a offrire un servizio di supporto psicologico ai cittadini, ma si propone come volano del lavoro di comunità: un lavoro finalizzato alla promozione della salute, alla prevenzione dell’acutizzazione delle problematiche psicologiche, all’attivazione delle risorse del territorio, sia in riferimento ai processi di lettura dei bisogni che della costruzione delle possibili risposte.

Un’attività, quindi, che si svolge sia in setting individuale, che di gruppo; che può esaurirsi in un percorso breve e/o prevedere passaggi ulteriori di cura verso i servizi specialistici, oppure che può valorizzare le risorse della comunità stessa come le reti sociali, l’associazionismo o le diverse realtà dei gruppi di auto mutuo aiuto. I professionisti possono contare su supporti tecnologici volti a facilitare la progettazione degli interventi e la prossimità con le persone assistite, quali l’uso di una cartella clinica informatizzata unica regionale o l’uso della consultazione a distanza tramite la telemedicina.

 
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