È un vero e proprio grido d’aiuto quello che arriva da un padre di Cesenatico. Un appello che denuncia una piaga sociale sempre più evidente: l’uso e l’abuso di alcol tra i giovanissimi. Al centro della sua preoccupazione non ci sono solo i ragazzi, ma anche i gestori dei locali che continuano a servire da bere ai minorenni senza alcun controllo.
“Mia figlia ha 15 anni. Si veste come tutte le adolescenti di oggi, ma non potrebbe mai sembrare maggiorenne – racconta il padre – Il problema non è quanto sembri grande, ma che quando esce le servono alcol senza nemmeno chiederle un documento”.
Sono ragazzi che vogliono divertirsi, uscire la sera e sentirsi liberi. “Cerchi di educarla, di spiegarle come ci si deve comportare, ma in adolescenza sembra che tutto quello che le hai insegnato si azzeri”, continua.
Non riuscendo a venirci a capo cosa resta da fare? “Ho presentato due denunce, ma pare siano cadute entrambe nel vuoto – racconta – quindi ti trovi da solo, a combattere con un sistema che agisce contro ogni legge e ogni etica”.

E così non si è limitato a rimanere a casa in attesa. “Più di una volta ho preso la bicicletta e ho girato per i locali di Cesenatico per vedere con i miei occhi. Ho visto decine di giovanissimi con birre in mano, superalcolici a fiumi e baristi che non chiedono i documenti. Certo, magari le bevande le compra l’amico maggiorenne, ma se un ragazzo di vent’anni prende dieci birre tutte insieme non ti fai qualche domanda? Lo capisco che è un problema di etica più che di business, ma così stiamo alimentando un problema sociale enorme”.
Il padre riporta anche la reazione di una barista. “Mi ha detto: Con tutta questa gente, non posso chiedere la carta d’identità a tutti!”.
E lui precisa: «Non voglio fare una crociata contro i baristi. Non è questo il punto. Vorrei solo che qualcuno ascoltasse queste parole e si impegnasse davvero a cambiare le cose. Sì, per tutelare mia figlia. Ma anche tutti quei giovanissimi che ho visto in questi mesi piegati dall’alcol”.