Avvistamenti di delfini raddoppiati e ancora più vicini alla costa, rispetto al mese di giugno scorso. Per quanto sia ancora presto per ufficializzare i risultati della seconda stagione di avvistamenti, il team Costa Edutainment in Romagna che si occupa del progetto “Delfini Metropolitani Adriatico” annuncia notizie davvero molto buone.
L’unità di ricerca romagnola del progetto di monitoraggio Delfini Metropolitani, coordinato da Acquario di Genova e Fondazione Acquario di Genova Onlus, con il supporto di PROMED (www.promedproject.org) è nata un anno fa con l’obiettivo di colmare un vuoto di conoscenze sulla presenza dei delfini sul versante italiano dell’Adriatico Centro Settentrionale, per valutare lo stato di conservazione dei cetacei nel Mediterraneo, soprattutto in relazione agli effetti del cambiamento climatico.
La ricerca è portata avanti dal team scientifico dei parchi Acquario di Cattolica e Oltremare 2.0, con il supporto del Marina di Cattolica, che ha messo a disposizione del progetto due imbarcazioni – un gommone di 8 metri di lunghezza e un cabinato Striker 44 Sport Fisherman di 14 metri di lunghezza.

Dotati di fotocamere con teleobiettivo e GPS, i ricercatori mappano la presenza di tursiopi e altri cetacei usando la foto-identificazione, per riconoscere i singoli individui avvistati e tracciare i loro spostamenti, caricando i risultati sulla piattaforma Intercet (www.intercet.it),
Il Responsabile Didattico-Scientifico Costa Edutainment Romagna e referente del progetto Delfini Metropolitani Adriatico Stefano Furlati, annuncia conferme e buone regole di comportamento:
“Sommando le circa 20 uscite in mare in giugno, luglio e agosto abbiamo potuto confermare la presenza regolare, nell’area di studio, del tursiope (Tursiops trucatus), una specie di delfino che predilige le acque di bassa profondità che caratterizzano l’Adriatico settentrionale. I delfini vengono avvistamenti spesso sulla scia dei pescherecci a strascico, come già segnalato in molte altre regioni del Mediterraneo. Grazie ai dati di foto-identificazione, che ci permettono di riconoscere i singoli delfini analizzando i segni distintivi sulla pinna dorsale, abbiamo quasi raddoppiato il numero degli individui identificati, da 29 a 53. Questo ci ha permesso anche di verificare che alcuni individui sono stati fotoidentificati più volte, fra il 2024 e il 2025, a riprova dell’esistenza di gruppi residenti in questa parte di Mare Adriatico. Fra questi l’individuo ribattezzato Senzapinna un adulto mancante della pinna dorsale che ritroviamo spesso in perlustrazione, sia da solo che accompagnato ad altri individui”.

Assieme ai dati di foto-identificazione procede anche l’analisi dei dati acustici, in collaborazione con l’Università di Torino, registrati calando un idrofono in acqua durante gli avvistamenti. Abbiamo individuato diversi fischi firma, i segnali modulati che i tursiopi utilizzano per riconoscersi singolarmente all’interno del gruppo, e ora cercheremo di capire a quale “pinna” appartengono. Questo ci permetterà di riconoscere gli individui non solo dalle foto della pinna, ma anche dai fischi. Abbiamo registrato anche molti suoni impulsivi, che i delfini utilizzano per localizzare le loro prede tramite l’eco di ritorno (ecolocalizzazione) ma anche per comunicare con i compagni durante le interazioni sociali. L’analisi di questi segnali ci permetterà di comprendere meglio quello che accade sotto la superficie.
È fondamentale conoscere qualche regola di comportamento, in caso di avvistamento casuale di delfini. Prosegue Furlati: “Innanzitutto vale il rispetto e la cautela, per un ambiente dove siamo ospiti. Fra le principali raccomandazioni si invita a ridurre la velocità dell’imbarcazione entro i 5 nodi, spegnere l’ecoscandaglio, non avvicinarsi oltre i 100 metri di distanza dal delfino, non cambiare bruscamente direzione ma procedere a velocità lenta e parallela alla loro, non gridare né fare movimenti bruschi e soprattutto non gettare in mare oggetti o cibo, perché potrebbe danneggiarli”.
Esiste un codice di comportamento a disposizione di tutti, a questo link: https://promedproject.org/codice-condotta/
A tutti i fruitori del mare, PROMED mette a disposizione due importanti strumenti di Citizen Science:
- Un video divulgativo nelle principali lingue mediterranee (italiano, francese, spagnolo, inglese, turco e arabo), che illustra la presenza dei cetacei nel Mediterraneo, le sfide, le minacce, gli obiettivi del progetto e il comportamento da tenere durante gli avvistamenti per non disturbare gli animali e disponibile sulla homepage del sito www.promedproject.org
- Un numero WhatsApp dedicato: (+39 379 153 8203), dove i cittadini, e non solo i regatanti, possono inviare segnalazioni fotografiche dei loro avvistamenti. Tutte le immagini e i dati raccolti saranno caricati sulla piattaforma Intercet www.intercet.it, che permette ai ricercatori di raccogliere in forma aggregata i dati degli avvistamenti. Dalla posizione geografica esatta, la specie, il numero di esemplari, il numero di piccoli (se presenti), le fotografie dettagliate alle pinne dorsali dei delfini (i cosiddetti “marcaggi naturali”), cioè i veri e propri Identikit che permettono di riconoscere i singoli individui.
