Telecamere obbligatorie sui pescherecci: controllo aumentato tra obiettivi e polemiche
L’Unione Europea ha approvato la norma che rende obbligatoria l’installazione di telecamere a circuito chiuso a bordo dei pescherecci classificati a “maggiore rischio di non conformità”. Il provvedimento mira a rafforzare il controllo e la tracciabilità del pescato, garantendo un più rigoroso rispetto delle regole di pesca dell’UE. Non mancano le levate di scudi da parte della categoria che sta già vivendo una situazione difficile su più fronti.
Obblighi e Finalità del Provvedimento
L’obbligo di installazione ricade sui pescherecci ritenuti ad alto rischio di violazione, secondo il nuovo sistema di controllo della pesca comunitaria. L’obiettivo principale è duplice:
Aumentare la trasparenza e l’applicazione delle norme, in particolare per verificare il rispetto degli obblighi di sbarco delle specie con limiti di cattura.
Garantire la tracciabilità dei prodotti ittici, offrendo ai consumatori la possibilità di conoscere le modalità e il luogo di pesca. I sistemi di registrazione serviranno a monitorare costantemente le attività a bordo.
Le critiche
Nonostante l’approvazione del Parlamento Europeo, la decisione ha suscitato forti contestazioni da parte delle associazioni di categoria della pesca. Queste considerano l’introduzione delle telecamere come una forma di sorveglianza eccessiva e inaccettabile.
Le critiche sono state aspre, con alcuni che hanno paragonato la situazione a un “Grande Fratello”, giudicando assurda la logica alla base del provvedimento e chiedendo un intervento del governo italiano a Bruxelles. Le nuove norme sono state comunque approvate a maggioranza.
In foto Nevio Torresi
”Urge un dibattito nazionale, un convegno a Cesenatico
Nevio Torresi
La posizione di Nevio Torresi
La posizione di Nevio Torresi, uno degli storici pescatori di Cesenatico è racchiusa nelle sue parole. “E ora arrivano le telecamere a bordo! I pescatori sono visti come i delinquenti. Urge un dibattito nazionale, un convegno a Cesenatico per tamponare i frutti di una situazione sempre più complicata”.
Il Contesto Della Pesca Italiana in Contrazione
Il dibattito si inserisce in un settore, quello della pesca italiana, che da anni sta affrontando una fase di marcata contrazione. I dati sono riportati da altragricoltura.net.
Flotta e Occupazione: La flotta contava nel 2023 circa 9.600 imbarcazioni attive, in netto calo rispetto alle oltre 15.000 di vent’anni fa. Gli occupati diretti a bordo sono circa 21.000, con una riduzione del 18% solo dal 2018.
Produzione in Declino: Gli sbarchi nazionali hanno toccato nel 2022 poco più di 132.000 tonnellate, con un valore di 760 milioni di euro. Questi dati sono significativamente inferiori al 2010, quando si superavano le 220.000 tonnellate e il miliardo di euro di valore.
Domanda Interna e Dipendenza dall’Estero
A fronte della riduzione dell’offerta interna, i consumi domestici restano elevati: l’italiano medio consuma circa 21 chili di pesce all’anno, uno dei livelli più alti in Europa.
Il problema cruciale è che la produzione nazionale copre solo una piccola parte della domanda, stimata attorno al 18% del pescato consumato. La conseguenza è una crescente dipendenza dall’estero. Nonostante la perdita di circa un quinto della capacità negli ultimi due decenni, il settore (che con l’acquacoltura conta circa 33.000 addetti) mantiene un ruolo strategico per le comunità marittime italiane.

