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È ancora una volta Bruxelles a scuotere il già agitato mare delle concessioni balneari in Italia. I nuovi rilievi della Commissione europea sul sistema italiano di project financing rimandano al Governo il compito di riscrivere una normativa ormai sotto osservazione. Una notizia che a Bellaria Igea Marina cade come una pietra nell’acqua: perché tocca il cuore del cosiddetto “modello Bellaria”, la formula scelta dall’amministrazione per collegare il rinnovo delle concessioni balneari a investimenti su opere pubbliche.

Ed è qui che il dibattito – come riporta Il Resto del Carlino – riesplode con forza. Da una parte Legacoop Romagna, dall’altra il gruppo consiliare Pd–Cambiamo Bim. Due visioni opposte della stessa pagina europea.

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La posizione di Legacoop Romagna: “Il modello Bellaria non è stato bocciato”

Legacoop Romagna invita a ristabilire equilibrio e proporzioni: “La Commissione europea ha sollevato dei rilievi, ma non ha bocciato lo strumento”, sottolinea l’associazione, che difende il project financing come meccanismo “per natura competitivo, già previsto dal Codice civile e dagli appalti e ampiamente impiegato in Italia anche per grandi opere “senza contenziosi per mancanza di concorrenza”.

Legacoop rivendica inoltre la solidità del percorso avviato dal Comune: “Il lavoro dell’amministrazione è stato improntato alla massima chiarezza e i proponenti hanno sostenuto ingenti costi economici e professionali» per trasformare le idee in progetti reali”.

Da qui la richiesta diretta al Governo: “Roma intervenga rapidamente per recepire i rilievi comunitari e tutelare l’ingente lavoro avviato, evitando un’ulteriore ondata di incertezza che danneggerebbe l’intera filiera turistica”, comprese le attività legate alle spiagge.

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La replica del Pd – Cambiamo Bim: “I dubbi erano fondati”

Di tutt’altro avviso il Partito Democratico – Cambiamo Bim, che vede nei rilievi della Commissione europea una conferma delle proprie preoccupazioni: “I nostri dubbi trovano conferma proprio da Bruxelles, che vuole vederci chiaro sulla normativa italiana del project financing, lo strumento alla base del cosiddetto metodo Bellaria”.

Per i consiglieri dem, il problema non risiede nella complessità del tema, ma nell’approccio dell’amministrazione comunale: “Una questione di questa portata, che riguarda il motore della nostra economia, non può essere gestita nel chiuso del palazzo. Serve un confronto aperto con cittadini e operatori turistici”.

Un bivio decisivo: cosa resta del modello Bellaria

Due interpretazioni opposte, dunque:

  • chi ritiene che il modello Bellaria sia ancora percorribile — da perfezionare ma non da abbandonare;

  • e chi lo giudica un sentiero rischioso, ora messo in discussione anche dai rilievi UE.

Un punto fermo, però, è condiviso da tutti: la prossima mossa decisiva non si giocherà a Bellaria Igea Marina, ma a Roma, dove sarà riscritta la normativa che riguarda il futuro delle concessioni balneari e il ruolo del project financing nelle spiagge italiane.

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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