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A Cesenatico si chiude un capitolo importante della storia artigiana locale: la storica ditta Savini Marmi di via Mazzini, punto di riferimento per la lavorazione della pietra viva da quasi un secolo, terminerà ufficialmente la propria attività ai primi di dicembre. L’azienda, conosciuta da tutti come la “fabbrica del marmo”, abbassa le serrande dopo tre generazioni.

I titolari, Michela Savini e il marito Luciano Piretti, hanno scelto di ritirarsi dopo una vita trascorsa in laboratorio. Raggiunta l’età della pensione, d’ora in avanti si dedicheranno al ruolo di nonni “a tempo pieno”, non senza aver prima garantito una nuova sistemazione lavorativa ai loro collaboratori.

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La storia di Savini Marmi affonda le radici negli anni Trenta, quando il nonno Pio, classe 1905, avviò l’attività specializzandosi inizialmente nella produzione di manufatti in cemento. Negli anni, l’impresa si è evoluta fino a diventare un punto fermo a Cesenatico nel settore del marmo e dei graniti.

Ora i macchinari stanno per fermarsi definitivamente. “Ancora un paio di settimane, poi il 5 dicembre chiuderemo – racconta Michela Savini al Corriere Romagna – I nostri operai ancora in età lavorativa hanno già trovato occupazione presso Fabbri Marmi di Bellaria, azienda in espansione con la quale collaboriamo da tempo”.

savini marmi

Con l’avvicinarsi della data di chiusura, cresce anche la nostalgia. “Quest’aria la respiro da quando ero bambina. Lavoro qui da 44 anni, ogni giorno. So già che mi mancherà tutto ciò che mi circonda. Ho iniziato con mio padre e ho portato avanti l’azienda con mio marito Luciano. Ora che è arrivato il momento della pensione abbiamo deciso di lasciare e di fare i nonni, godendoci i nipoti”.

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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