Negli ultimi mesi il fenomeno del telemarketing aggressivo ha subito un’evoluzione: dopo l’entrata in vigore, a metà agosto, delle nuove regole contro i finti numeri fissi con prefissi italiani, molte chiamate promozionali si sono spostate su numeri internazionali, che al momento risultano più difficili da bloccare.
Per contrastare questa nuova strategia dei call center, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha proposto una nuova soluzione: l’introduzione di numeri telefonici a tre cifre destinati esclusivamente ai servizi realmente utili, così da renderli immediatamente riconoscibili e distinguibili dal telemarketing.
Numeri a tre cifre: la proposta di AGCOM
Il piano è stato illustrato a Repubblica da Laura Aria, commissaria di AGCOM, con l’obiettivo di aumentare la trasparenza delle chiamate e offrire una maggiore tutela agli utenti. Alla base dell’iniziativa c’è il problema dello spoofing telefonico, una tecnica che consente di falsificare il numero visualizzato sul telefono del destinatario tramite software specifici.
Questa pratica viene spesso utilizzata dalle società di telemarketing perché spinge le persone a rispondere a numeri con prefissi familiari. Il risultato è che chi riceve la chiamata non può sapere con certezza se si tratta di un’azienda legittima, di un call center illegale o di un truffatore. Secondo Aria, invece, con i numeri a tre cifre sarà possibile riconoscere «a colpo d’occhio l’identità reale dell’azienda chiamante».
Quando entreranno in funzione i numeri brevi
Alcune aziende utilizzano già numeri a tre cifre, ad esempio per i servizi di assistenza clienti, ma solo per ricevere chiamate. L’idea di AGCOM è che a partire dal 2026, con una possibile partenza già da febbraio, questi numeri possano essere usati anche come identificativo del chiamante, comparendo direttamente sul display di chi riceve la telefonata.
Le aziende già in possesso di numeri brevi potranno usarli anche in uscita, mentre altre realtà, come banche e istituti finanziari, potranno richiederne uno dedicato. Un ulteriore vantaggio è che questi numeri non potranno essere replicati dall’estero, offrendo una protezione più efficace contro frodi e truffe telefoniche.
Le altre misure contro le chiamate indesiderate
AGCOM ha avviato il 17 dicembre una consultazione pubblica di 45 giorni per raccogliere osservazioni da operatori e soggetti interessati. L’iniziativa si inserisce in un percorso più ampio di contrasto al telemarketing illegale, avviato già nel 2022 con il Registro pubblico delle opposizioni, che però non è riuscito a ridurre in modo significativo le chiamate promozionali.
Negli ultimi mesi, l’Autorità ha imposto agli operatori telefonici l’introduzione di filtri automatici per bloccare le chiamate sospette. Il 19 agosto è entrato in vigore l’obbligo di bloccare i finti numeri fissi italiani, mentre dal 19 novembre sono state bloccate anche le chiamate provenienti da finti numeri di cellulari italiani, esclusi i casi di roaming legittimo.
I risultati: milioni di chiamate bloccate
Secondo i dati forniti da TIM, Vodafone+Fastweb, WindTre e Iliad, nella fase iniziale sono state bloccate oltre un milione di chiamate al giorno. Solo tra il 19 e il 21 novembre ne sono state fermate circa 21 milioni.
Inoltre, nell’ultima settimana di novembre, le chiamate mobili dall’estero sono scese a una media di 7,1 milioni al giorno, contro i 34,5 milioni giornalieri registrati prima del 19 novembre. Un calo significativo che conferma l’efficacia delle nuove misure e rafforza la necessità di strumenti come i numeri a tre cifre per contrastare definitivamente il telemarketing selvaggio.

