“Come già accaduto, in circostanze simili nel 2009, indagheremo sulle cause di questo fenomeno – spiega la Fondazione Cetacea – Ringraziamo tutta la rete di Emilia Romagna, Marche e Veneto per gli interventi repentini: la Guardia Costiera e le Capitanerie di Porto, il Museo di Storia Naturale di Venezia, WWF Dune degli Alberoni, CERT Università di Padova, Devi Mantovan e i volontari di ISAMAR, i volontari Sea Shepherd Gianluca Frisoni e Cecilia Menghi, Cima Sub Senigallia, IZS Pesaro, Università di Camerino, Traghettatori del Conero, i segnalatori e i nostri volontari e soci lungo tutta la costa”.
La Fondazione Cetacea di Riccione lancia l’emergenza: “Da metà giugno ad oggi sono 16 le tartarughe marine di piccole e piccolissime dimensioni arrivate in condizioni per lo più drammatiche, fortemente debilitate e alcune ricoperte di balani (o epibionti detti anche “denti di cane”)”.
I ritrovamenti di tartarughe in questo stato riguardano per ora il Veneto (4 casi), le Provincie di Ferrara (1 caso), di Forlì – Cesena (2 casi), di Rimini (4 casi), di Pesaro- Urbino (2 casi), di Ancona (2 casi) e di Ascoli Piceno (1 caso).