Chi sarà il candidato del centrodestra a sfidare Matteo Gozzoli alle elezioni amministrative del prossimo anno? Partiamo dalle certezze: un nome sicuro ancora non esiste. E non sarà neppure semplice trovarlo, anche se Jacopo Morrone – il parlamentare della Lega a cui spetterà la fatidica “ultima parola” – ha già detto che a Cesenatico l’obiettivo è quello di “vincere al primo turno”.

Dove eravamo rimasti…

I numeri, per la verità, potrebbero anche confortarlo perché, appena quattro mesi fa, in occasione delle elezioni Regionali, Cesenatico aveva votato in controtendenza rispetto all’Emilia Romagna, premiando la candidata del centro-destra Lucia Borgonzoni che, nelle nostre 23 circoscrizioni, aveva stravinto con un 7,37% di voti in più rispetto a Stefano Bonaccini (50,19% per la candidata del Carroccio contro il 42,82% dell’attuale governatore Pd). Ora, si sa che le amministrative – come la storia insegna – sono tutta un’altra partita, ma quel 36,09% di voti ottenuti dalla Lega a fine gennaio restano un’ipoteca pesante soprattutto perché, diciamo la verità, Lucia Borgonzoni non rappresentava una candidata di formidabile autorevolezza. Per altro, a quella dote di voti bisognerà anche sommare il 10% di Fratelli d’Italia che, benché eroda consensi soprattutto a Salvini, rappresenta – dopo il progressivo tramonto di Forza Italia – un nuovo approdo credibile per chi ha sempre votato centro-destra.

Gozzoli avversario “temibile”

Anche se la prassi politica proibisce categoricamente certe ammissioni, nei conclavi del centro-destra, Matteo Gozzoli viene considerato un rivale “temibile”, perché – si dice – “non ha governato male” e, soprattutto, nel suo primo mandato, non hai mai sbagliato nulla di clamoroso. Mai un inciampo, mai una gaffe, mai una nota stonata nella sua sobria gestione della cosa pubblica.

A Nivardo Panzavolta nel 2011 fu rimproverato l’apatico “vivacchiare” e quel carattere troppo spigoloso, a Roberto Buda nel 2016 l’onta del commissariamento e qualche alleato francamente impresentabile. Su Gozzoli invece non ci sono, per ora, magagne conclamate e attaccarlo in campagna elettorale non sarà per nulla facile.

Inoltre, sulla carta, potrebbe anche avvalersi dell’ipotetico appoggio del M5S, sempre che l’alleanza di Governo – ogni giorno più salda – si estenda anche a livello locale.

Il Covid-19, però, non depone a suo favore perché, nell’ultimo anno di legislatura (quello in cui tradizionalmente si portano a sintesi diversi progetti), dovrà preoccuparsi soprattutto di scongiurare il disavanzo di bilancio. Inoltre, si andrà alle urne fra un anno in un contesto presumibilmente molto provato dalla crisi economica e dunque, si sa, un elettorato incazzato partorisce, di solito, scelte di discontinuità.

Il fattore Bonaccini

In questo senso una robusta stampella per Gozzoli potrebbe garantirla il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, magari offrendo un aiuto concreto al turismo romagnolo che, invece, in questa emergenza pandemica, malgrado valga il 15% del Pil regionale, è stato brutalmente bistrattato a tutti i livelli.

Gozzoli si appresta ad affrontare una campagna elettorale in salita ed è molto probabile che il Governatore, non solo per una mera questione di simmetria politica, gli darà una grossa mano, sbloccando finanziamenti, avvallando progetti e facendo arrivare da Bologna tutte le sponde e le prebende che servono.

Il toto-nomi

In ogni caso, il trend dei voti a Cesenatico soffia inerzialmente dalla parte del centro-destra che, nelle ultime tornate elettorali – a parte proprio le amministrative del 2016 – ha sempre guadagnato consensi rispetto al Pd. Dunque, la pressione è tutta sulle spalle di Morrone: con condizioni ambientali favorevoli, in un’incertezza da tripla, tutto dipenderà dalla scelta del candidato.

E allora chi potrebbe essere lo sfidante di Matteo Gozzoli? E’ molto probabile che il nome del centro-destra sia espressione di una lista civica, un po’ come è accaduto a Cesena con Andrea Rossi che, esattamente un anno fa, portava al ballottaggio Enzo Lattuca. Un nome di pura matrice leghista (tipo Giulia Zecchi) sarebbe infatti troppo sbilanciato verso destra e rischierebbe di appiattire la campagna elettorale su tematiche troppo ideologiche.

Nella manifestazione del centrodestra dello scorso 2 giugno in piazza Costa non è passato inosservato l’affettuoso saluto pubblico di Morrone all’ex sindaco Roberto Buda che, rispetto ad altri candidati, partirebbe già con una base solida di consensi (almeno i 4600 voti dell’ultimo ballottaggio). Siamo ancora lontani dall’endorsement, ma Buda ha già governato con la Lega e, anche se l’esperienza è stata tragica ed ha portato al commissariamento del Comune, sul piano ideologico non esistono paletti invalicabili. Per altro, Buda non ha mai smentito l’ipotesi di una nuova avventura politica anche per riscattarsi dall’amaro epilogo del suo primo mandato dove ha obiettivamente pagato tante colpe non sue.

Nel toto-nomi, ma qui siamo veramente al gossip politico, si è parlato anche di Lina Amormino (molto attiva negli ultimi tempi dopo un lungo letargo), di Nicola Rossi, giovane esponente di Forza Italia, nipote rampante del celebre Sergio, ma anche di Luca Vernocchi, già coordinatore comunale dimissionario di Forza Italia che, però, ha già smentito un suo possibile coinvolgimento nella prossima tornata elettorale.

L’ipotesi più suggestiva, invece, accreditata negli ambienti radical-chic, sarebbe quella dell’imprenditrice Paola Batani a cui una parte del centro-destra vorrebbe chiedere un impegno politico. Con quali esiti non è dato sapere.

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