“Non una semplice scazzottata tra giovani, ma fatti ben più gravi”.

Sulla rissa avvenuta sabato sera a Cesenatico riportiamo l’intervento del parlamentare della Lega Jacopo Morrone, che ha già preannunciato un’interrogazione al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per sollecitare l’apertura del posto estivo di Polizia di Stato, e Giulia Zecchi, consigliere comunale del Carroccio a Cesenatico.

Secondo la Lega “i fatti devono essere denunciati in tutta la loro gravità perché si possa correre ai ripari. Non possiamo consentire che le nostre città, soprattutto località turistiche come Cesenatico, già così colpite dal lockdown, diventino ostaggio di bande di facinorosi, spesso di origine straniera, che si fanno pochi scrupoli a usare lame e bottiglie di vetro rotte per colpire coetanei”. In particolare il Carroccio contesta le dichiarazioni del sindaco Gozzoli secondo cui “certe risse a Cesenatico ci sono sempre state” e ad ingigantire certi episodi “hanno contribuito i social”.

“Dalla testimonianza della sorella di uno degli accoltellati – sottolineano Morrone e Zecchi – si evidenzia, in realtà, una situazione ben più grave di quella emersa in un primo tempo, al centro della quale ci sarebbe anche un gruppo di 7/8 individui di origine marocchina che avrebbero tirato fuori una lama e che sarebbero autori di molte altre risse. E’ evidente che la situazione sicurezza non è sotto controllo e sbaglia il sindaco Matteo Gozzoli a non preoccuparsi di aumentare il numero della Polizia municipale per i mesi estivi. Certamente è anche indispensabile aprire il posto estivo della Polizia di Stato. Ma è altrettanto urgente individuare i responsabili degli accoltellamenti per prevenire il ripetersi di altri fattacci e per isolare queste gang di giovani violenti, spesso di origine straniera ma non solo. Il fenomeno di queste gang è noto e studiato, ma anche il lockdown prolungato ha certamente acuito il problema lasciandosi dietro uno strascico di vandalismi e risse che hanno sempre più spesso autori giovani e giovanissimi”.

“Sembra accertato, infatti, che l’isolamento, la chiusura delle scuole come punto di riferimento, famiglie spesso in stato di disagio possano aumentare comportamenti devianti. Anche in questo questo – concludono Morrone e Zecchi – le responsabilità ricadono sul Governo Conte e sullo stuolo di esperti delle task force che da irresponsabili non hanno saputo anticipare e prevenire le gravi ricadute del lockdown”.

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