Si lavora con intensità nel centro-destra per arrivare all’individuazione del “candidato condiviso” ma, ad oggi – in vista delle elezioni amministrative del 2021 – sul nome dello sfidante di Matteo Gozzoli resta ancora il punto interrogativo.
A decidere sarà un conclave tra Jacopo Morrone (Lega), Luca Bartolini (Forza Italia) e Alice Buonguerrieri (Fratelli d’Italia). Il loro compito, nel solco del machiavellismo più utilitarista, è chiaro: riportare, a tutti i costi, il centro-destra al governo di Cesenatico.
Le percentuali delle ultime elezioni (le Regionali del 26 gennaio scorso, dunque non un secolo fa) hanno confermato che, sul piano politico, Cesenatico pende ormai ideologicamente verso destra (nelle nostre 23 circoscrizioni anche Bonaccini è uscito sconfitto). Ma alle amministrative – si sa – conta il candidato e Matteo Gozzoli, fino ad oggi, ha sbagliato poco.
Lo ammettono, a denti stretti, gli stessi rivali politici che, per sperare di contendere il Comune, sanno già che dovranno estrarre dal cilindro un nome più che autorevole.
A quella poltrona, ormai non è più un mistero, punta Lina Amormino ma, malgrado la sua formativa esperienza in Provincia, il suo assessorato nella legislatura Buda ha sollevato più perplessità che consensi (in poche parole – è la vox populi – “promise tanto ma finalizzò pochino”). Dunque, a detta di molti, malgrado l’entusiasmo per la sfida, non pare avere ancora la statura per un compito così complesso.
Ad oggi non si può neppure escludere un nuovo confronto fra Gozzoli e Roberto Buda, visto che l’ex sindaco ha sempre detto di essere a disposizione e dunque, nel caso si trovasse una convergenza sul suo nome, non direbbe di no. Buda partirebbe con una solida base di consensi (almeno i 4600 voti del ballottaggio di cinque anni fa), ma il suo profilo tenacemente avvinto alla cultura cattolica lo rende il “candidato perfetto” per una certa parte di elettorato, ma un po’ meno per la Cesenatico più laica, quella che mal tollera l’ingerenza della politica nei grandi temi etici. In questo senso sarebbe un nome certamente autorevole, ma forse troppo “divisivo”.
E allora quali sono oggi le prime scelte del centro-destra? Malgrado la secca smentita, il sindaco di Gatteo Gianluca Vincenzi resta in cima alla lista dei desideri. C’è chi dice che preferisca Savignano a Cesenatico, ma nel Comune del Rubicone (dove lavora) si andrà al voto solo fra quattro anni e, nel 2024, gli scenari potrebbero essere radicalmente cambiati e la sua credibilità politica un po’ appannata. Benché le sue parole non lascino tanti margini per un ripensamento, non c’è dubbio che – sulla scorta di un formidabile consenso popolare – una parte di centro-destra proverà fino all’ultimo a convincerlo. E, se ne faccia una ragione, non sarà una smentita-bis a raffreddare l’entusiasmo attorno al suo nome.
Una delle poche alternative all’altezza potrebbe essere allora quella di Giovanni Lucchi, l’architetto che ha sempre flirtato con la politica ma che, alla resa dei conti, non ha mai accettato un impegno di spessore. Professionista di esemplare competenza, fine conoscitore delle dinamiche politiche della città, potrebbe essere uno sfidante credibile. Ammesso che accetti di mettersi in gioco e non si defili, per l’ennesima volta, quando dalla propaganda si deve passare all’azione.