L’erba al parco di Levante è corta, ma la mancanza di pioggia si fa sentire. Il livello del lago principale sembra calato drasticamente con quel che ne comporta. Il primo quesito riguarda la vita dei pesci e delle tartarughe che lo popolano. E una conseguenza della “bassa marea” è il riaffiorare di detriti grandi come cestini che sono stati buttati nel lago chissà quando. Non sono un bello spettacolo perché impossibili da non vedere in un passaggio pressoché obbligato; un altro esempio di come il gesto stupido di qualcuno, come spesso succede, leda l’immagine della città.

Che in provincia ci sia attenzione sul problema idrico è scritto nero su bianco dalla Regione con una determina di Arpae del 27 luglio scorso. Impone il divieto di prelievo di acqua da alcuni fiumi della provincia di Forlì-Cesena come l’Uso, il Rubicone, il Ronco e gli affluenti del Lamone. Questo per garantire il mantenimento del deflusso minimo vitale. Vero è che Cesenatico non è interessata dal passaggio di questi fiumi, ma il contesto in cui ci si trova non è quello del semaforo verde.

Si stende invece un velo pietoso su chi ha occupato le panchine vista laghetto buttando piatti di plastica e bottiglie ai suoi piedi. Il cestino è appena a due metri, forse meno. Intanto nei giorni scorsi una cittadina ha fatto due segnalazioni al comune chiedendo un intervento di pulizia. Purtroppo per insegnare l’educazione a chi si diverte a sporcare ci vuole ben altro di un repulisti.

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Alessandro Mazza

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