Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto, come noto, nei confronti del social network TikTok il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica. La misura è stata presa in via precauzionale a seguito della terribile vicenda della bambina di 10 anni di Palermo morta soffocata nel bagno di casa mentre partecipava ad una challenge che simulava il soffocamento.
Una decisione che ha ovviamente allarmato tanti genitori, ma anche sollevato le perplessità di chi, conoscendo bene questo social-network, sa perfettamente che il provvedimento del Garante, in concreto, non sortirà alcun effetto.
Ce lo spiega anche Alexandrina Tinco (https://vm.tiktok.com/ZSwQD9vH/), la più celebre tiktoker di Cesenatico che, con quasi un milione di “mi piace” ed oltre 52mila followers, è ormai entrata ad honorem nell’olimpo delle influencer romagnole più cliccate della rete.
Alexandrina, perché Tiktok è il social preferito dai giovanissimi?
“Perché, rispetto agli altri social, propone modelli più autentici e un po’ meno patinati. Su instagram, ad esempio, devi essere carina e presentabile e dunque, puntualmente, ricorri a filtri e foto-ritocchi perché, gira e rigira, si ricerca sempre la perfezione e dunque, per catturare più like possibili, devi avere il corpo di Kylie Jenner e il volto di Selena Gomez. Su Tiktok, invece, puoi essere te stessa e magari postare foto simpatiche col piagiama, mentre ti lavi i denti o con posture un po’ più buffe. Tiktok è un social più ‘comodo’, meno ostaggio dei soliti modelli, dove il rischio del body-shaming (il bullismo che colpisce l’aspetto fisico), in linea teorica, è molto più basso”.
Che cos’è una challenge?
“Letteralmente è una “sfida”, un trend che dura un lasso di tempo predefinito e che, per ragioni enigmatiche, diventa virale sui social. In pratica, qualcuno suggerisce una cosa da fare e tutti i membri di quella comunità virtuale, in base alle loro attitudini fisiche e caratteriali, la interpretano a modo loro”.
Qualche esempio?
“Di recente c’è stata la waist-challenge che chiedeva alle ragazze di stringersi il più possibile la maglietta attorno al punto vita per dimostrare la propria magrezza. Oppure la soap-challenge che chiedeva di metterti del bagnoschiuma sulle labbra e di creare delle bolle di sapone o anche la dance-challenge con i balli generazionali fatti con tutti i membri della famiglia. Insomma, ce n’è per tutti i gusti…”.
Su Tiktok è ammesso tutto oppure ci sono anche forme di censura?
“La censura c’è e, vista l’età media molto bassa degli iscritti, è mediamente più rigorosa rispetto a quella di instagram. Io stessa ho avuto qualche problema semplicemente pubblicando dei video estivi in costume. La nudità è vietata, ma questo non significa che manchino i messaggi ambigui o con chiare allusioni sessuali”.
Ecco perché Tiktok non è un posto per bambini?
“Diciamo che non è un posto per bambini soli. Perché, a 10 anni, non puoi avere la maturità per capire dove si nascondono i pericoli. Molte challenge sono innocue e divertenti, altre invece sono profilate per gli adulti. Il problema è che, quando fai parte della comunità, anche se hai 8 anni, hai accesso esattamente allo stesso tipo di materiale a disposizione di un 40enne. Esistono dei filtri che, mettendo ‘mi piace’ alle immagini, selezionano a monte i temi più graditi, ma dovrebbe essere sempre un genitore a fare quella selezione, non certo una bambina…”.
Perché è così facile infrangere il divieto di iscrizione agli under 13?
“Perché alla fine il modulo d’iscrizione funziona come un’autocertificazione e dunque, qualunque cosa tu scriva, non esiste un controllo incrociato dei dati sensibili. Se scrivi che hai 18 anni per TikToker hai 18 anni. E se poi vuoi lo status anagrafico certificato basta ritoccare la data sulla carta d’identità e il gioco è fatto. Non credo che una ragazzina di 12 anni, che ha generalmente grande familiarità con le App, non sia in grado di confezionarsi un documento digitale contraffatto. E il fatto che sia un reato non la scoraggerà affatto…”.
Qual è il consiglio che si può dare ai genitori?
“L’errore è la proibizione, ovvero il vietare categoricamente certe cose ai bambini ignorando che, alla fine, quei bambini, sul piano della cultura digitale, sono molto più scaltri e smaliziati di noi. E dunque potrebbero ‘fregarci’ come e quando vogliono. Molto meglio vigilare su ciò che fanno, condividere certe azioni, informarsi ed osservare con attenzione le loro frequentazioni in rete. Più che dire ‘no, non farlo’, meglio dire ‘dai, facciamolo assieme'”.
Tu, anche se hai appena 20 anni, frequenti i social da tanto tempo: quali sono i pericoli con cui hai dovuto fare i conti?
“Allora, dove ci sono i bambini, ci sono anche i pedofili. E dunque, su Tiktoker ad esempio, tra milioni di giovanissimi, si nascondono anche persone di una certa età che si divertono a molestarli. Per quanto mi riguarda sono stata spesso bersaglio di messaggi osceni, ma mai di veri e propri tentativi di adescamento”.
E come ci si difende?
“Ignorando i messaggi e, quando il molestatore è insistente, bloccandolo e segnalandolo al social. Con una sola segnalazione non accade quasi mai nulla, ma con più segnalazioni c’è il rischio concreto di essere ‘bannati'”.
Dunque, la pena massima per un molestatore di bambini è l’espulsione…
“Sì, essere bannati, nel mondo dei social, equivale all’ergastolo della vita reale anche se, aprendo un’altra pagina con altre credenziali, non è difficile tornare dopo un po’ in azione”.
Quando invece è consigliabile rivolgersi direttamente alla polizia postale?
“I problemi sui social, generalmente, si risolvono sui social. Ma se uno mi scrive ‘oggi ti ho visto con quei jeans…’ allora la questione cambia e, a quel punto, una telefonata alla polizia postale ci sta tutta”.
Alexandrina, come mai vai così forte su Tiktok?
“Il segreto è postare cose un po’ particolari, uscendo dai soliti schemi. Sui social, infatti, il rischio più ricorrente è l’omologazione, ovvero fare le cose che fanno tutti. Io partecipo alle challenge, ma ci metto anche tanto del mio e, nel limite del possibile, cerco di interagire anche con i followers”.
Quanto guadagni grazie ai social?
“Ogni mille visualizzazioni ti accreditano su paypal circa 2 centesimi. Insomma, di certo non ti arricchisci. Ho invece iniziato delle attività di sponsoring con le aziende che, periodicamente, mi inviano del materiale chiedendomi di fare delle storie o dei video. Ricevo in particolare abiti, trucchi, scarpe e vari gadget, anche se non mi piace sponsorizzare tutto ciò che mi arriva. Per rispetto dei miei followers, posto solo quando l’articolo mi convince davvero. E loro apprezzano”.
