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Sarà un’altra estate (la seconda) senza notifica di nuove cartelle fiscali e senza dover saldare il conto di quelle che erano state già notificate prima del lockdown.

Resta invece (almeno per ora) l’obbligo di versare le rate 2020 della pace fiscale (quattro della rottamazione-ter e due del saldo e stralcio) entro il 2 agosto (la scadenza sarebbe il 31 luglio ma slitta al lunedì successivo). Stop alla compensazione (a favore del fisco) dei rimborsi da erogare con i debiti iscritti a ruolo. Anche in questo caso, come per lo stop alle notifiche, la “deadline” sarà quella del 31 agosto.

Sono i punti principali del capitolo riscossione del decreto legge approvato ieri in Consiglio dei ministri, che sposta anche in avanti al 31 luglio il termine entro cui i Comuni devono approvare i Piani economico finanziari e le tariffe della Tari 2021 (si veda quanto anticipato dal Sole 24 Ore del 26 giugno). Tornando, invcece, al tema delle cartelle, il Governo dopo il forte pressing soprattutto dei partiti dell’ala destra della maggioranza, sceglie di proseguire sulla strada del “congelamento” sia delle attività di notifica che dei pignoramenti presso terzi.

 

 
 
 
 

In pratica, agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader) terrà ancora fermi 60 milioni di cartelle che si sono cumulate dal primo lockdown di marzo 2020. Con l’intervento nel nuovo decreto legge, la data di ripresa degli invii ai contribuenti è quella del 1° settembre 2021. Resta da definire la modalità con cui si tornerà a notificare anche per evitare l’effetto “valanga” sui contribuenti e considerando che poi andrà gestito anche il pacchetto di notifiche dei mesi successivi.

Restando in tema di versamenti, per ora resta fuori dal pacchetto di rinvii la scadenza del 2 agosto delle rate 2020 della pace fiscale. La scadenza che – grazie al margine di tolleranza dei cinque giorni e dei sabati e delle domeniche che intercorrono – può essere onorata comunque entro il 9 agosto senza incappare nella tagliola della decadenza dalle due sanatorie (potrebbe però essere oggetto di un’ulteriore riflessione in sede parlamentare).

Intanto, tra i differimenti previsti dal Dl, c’è anche l’ulteriore stop ai pignoramenti di stipendi e pensioni. Anche in questo caso fino al 31 agosto la Riscossione non potrà attivare il blocco della busta paga o del rateo previdenziale dei contribuenti morosi che non hanno onorato il proprio debito.

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