Alluvione scampata in Romagna. Gli ultimi giorni sono stati vissuti con particolare apprensione. Il deflusso dei fiumi carichi d’acqua che prosegue, gli argini tuttora sotto pressione e l’attenzione che resta molto alta, anche nei bacini della Romagna. Così come la paura e la preoccupazione delle persone e delle comunità, di nuovo alle prese con l’allarme per ciò che poteva succedere, dopo due giorni di allerta rossa vissuti con grande apprensione.
Sono cadute ingenti quantità di pioggia, fino a 200 millimetri a Marradi, bacino del Lamone, paragonabili a quelle delle alluvioni precedenti. Precipitazioni straordinarie che insistono su terreni già fradici e saturi per le piogge dei mesi scorsi.

Alcuni numeri, registrati da Arpae, relativi alle quantità di pioggia cumulate nelle 48 ore nelle stazioni di ogni bacino che hanno registrato i valori più alti (quantità concentrate in particolare nelle seconde 24 ore): Casaglia (Marradi, FI, bacino Lamone): 200 mm; Pratacci (San Benedetto in Alpe, FC, bacino Montone): 135 mm; Palazzuolo sul Senio (FI, bacino Senio): 121 mm; Firenzuola (FI, bacino Santerno): 110 mm; Monteacuto delle Alpi (Lizzano in Belvedere, BO, bacino Reno-Silla): 98 mm.
Va considerato che la pioggia cumulata in 48 ore sul Lamone, arrivò a 145,8 mm il 2-3 maggio 2023, a 189,1 mm il 16-17 maggio sempre del 2023 e a 236,6 mm il 17-18 settembre 2024. Sul Montone, invece, si arrivò 98,7 mm il 2-3 maggio 2023, a 164,9 il 16-17 maggio 2023 e a 182,9 il 17-18 settembre 2024. Non è eccessivo dire che l’alluvione in alcuni punti è scampata per pochi millimetri.
Come detto, l’attenzione sui fiumi resta massima ma non si sono registrate esondazioni e rotture arginali. Una situazione rimasta sotto controllo anche grazie ai lavori effettuati negli ultimi due anni: oltre 300 cantieri completati dopo la drammatica alluvione del maggio 2023, soprattutto di rifacimento e consolidamento degli argini, nuove golene e riprese golenali. Così come sono state fondamentali le oltre 30 opere realizzate dopo le alluvioni, in particolare nella città metropolitana di Bologna, dell’autunno 2024: anche queste hanno permesso una migliore gestione di quanto accaduto.