Il Partito Repubblicano interviene sulla crisi di maggioranza. “Il sindaco Buda non perde il vizietto degli sms minatori – spiega il portavoce del Pri, Igor Magnani – Leggendo il messaggio inviato al consigliere comunale Ivan Cangini (clicca qui per leggere l’articolo) in cui lo invita caldamente alle dimissioni, suona a noi chiaro il metodo intollerante e autoritario con il quale il sindaco cerca di escludere il dissenso ed estromettere il voto popolare. Non è con questi mezzi che il sindaco deve governare, ma bensì con il consenso, consenso che ha decisamente perso sia in consiglio comunale sia nella città a causa della sua criticabile azione politica”.

“Il sindaco Buda con questa manovra politica ha ottenuto solo un rinvio dell’esplosione della crisi della sua maggioranza. Questo rinvio è un ulteriore fardello per la città, inchiodata da oltre tre mesi su questa problematica – continua il Pri – La sua governance della città è del tutto asfittica e solo propagandistica, molti sono i problemi irrisolti e ignorati. Sull’ospedale ed il suo probabile declassamento attendiamo da un anno un consiglio comunale aperto. Si attende da mesi la presentazione del Rue, fino ad ora solo sventolato. Esiste un’emergenza scolastica con la scuola 2 agosto 1849 che ancora non conosce il proprio futuro, sono mesi che attendiamo la presentazione del progetto della nuova scuola. Tutto mentre la città piomba nel degrado, le strade, i marciapiedi, il verde pubblico sono tristi testimoni dell’assenza di manutenzione e cura della città. Tra pochi mesi riaprirà la stagione estiva con le stesse problematiche con cui la stagione si era conclusa: Vena Mazzarini e i lavori promessi, un pericolante e perennemente transennato ponte di via Ferrara, la mancata conclusione dei lavori dell ex-lavatoio, tutto questo con l’aggravante di un forte aumento della pressione fiscale sui cittadini e sulle imprese”.
“Il sindaco capisca che non può congelare un paese per i conflitti interni alla sua maggioranza, problemi che può risolvere solo cedendo potestà alla Lega Nord e che farebbe di lui solo un sindaco prestanome“, conclude Magnani.
