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Morti nel degrado: “Una tragedia che si poteva evitare”

By 3 Marzo 2015 No Comments

Una lettera-denuncia scritta da alcuni cittadini sulla dolorosa vicenda che ha visto la morte di Maria Adele e Mario Bonini nella loro abitazione in via Gianesio Marconi 22. I corpi dei due fratelli sono stati ritrovati, dopo alcuni giorni dalla morte, in una capanna sommersa da degrado e immondizia (clicca qui per leggere l’articolo).

fratelli morti“L’opinione pubblica, pur soffocando il proprio disappunto, per la provvida disattenzione delle strutture pubbliche deputate alla obbligata sorveglianza della patologica situazione della famiglia, ha correttamente manifestato il proprio sdegno attraverso il comune sentire – si legge nella lettera – Il rimprovero generale investe l’incauta inadempienza dell’apparato comunale nell’obbligata tutela di una gravissima e conosciuta fallanza sociale, come quella dei fratelli Bonini“.

“L’amministrazione comunale, in virtù di una propria ordinanza esecutiva, da molti anni esercita specifiche azioni di controllo delle aree scoperte (cortili, aree di pertinenza…) per appurare il loro stato di abbandono ed eventuali esiti nocivi di carattere sanitario. Questa misura di obbligato controllo tecnico-amministrativo calzava perfettamente e, con il massimo rigore logico, alla già conosciuta e degradata situazione sanitaria nella casa di via Marconi. Perché mai i servizi sociali non hanno esercitato al meglio le loro funzioni istituzionali? E’ il caso di sottolineare che la grave anomalia rappresentata dall’inusitata presenza dell’area cortilizia di residui organici di svariata natura doveva veicolare, senza alcun indugio, un più accurato accertamento della situazione generale della casa in via Marconi“.

fratelli mortiE’ da credere che, se questo esercizio operativo fosse stato espletato in misura più responsabile, probabilmente l’evento drammatico poteva essere evitato. Il triste episodio ha colpito la comunità di Cesenatico in maniera violenta sotto ogni profilo. Ha toccato le corde del sentimento umano in termini dirompenti. La cittadinanza è stata sottoposta ad un terribile esame di coscienza collettiva. Esame tutto incentrato sui nefandissimi esiti che possono maturare dalla congenita apatia indotta dalla generale rassegnazione nei confronti della ineludibile insipienza umana. Questa vicenda ha deprivato fortemente la capacità di arrecare amorevole e fraterno conforto al prossimo nelle occasioni della sua disperante angustia quotidiana. E’ auspicabile che il quoziente di responsabilità etico e civile trovi giusto margine di compensazione per evitare dolorosi addebiti ai comportamenti della società civile”.

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