fbpx

simbolo_celtico2

a cura di Gianni Briganti

Gianni Briganti

Gianni Briganti

Con l’avvicinarsi della festa di Halloween torna puntuale sulla stampa il dibattito tra contrari, in nome delle nostre tradizioni o di un presunto e occulto paganesimo, e favorevoli, sostenitori della riscoperta di tradizioni celtiche o semplicemente di una serata piacevole per i propri figli. Ho avuto l’opportunità di approfondire il tema in modo ampio e ben documentato grazie al libro di Eraldo Baldini e di Giuseppe Bellosi, “Halloween – Origine, significato e tradizione di una festa antica anche in Italia”, edito dalla Società Editrice Il Ponte Vecchio, e col permesso degli autori sono a riportare alcuni dei tantissimi spunti proposti all’interno.

Il tema centrale del libro ruota attorno al dodekaémeron, ovvero non un giorno festivo quanto un periodo di passaggio della durata di 12 giorni che va dal 31 ottobre, oggi conosciuto come notte di Halloween o vigilia d’ognissanti, all’11 novembre, data centrale per la nostra cultura e conosciuto come giorno di San Martino.
Gli autori documentano come la cultura celtica considerasse questo periodo un capodanno legato ai cicli della terra, un periodo fuori dal tempo e dallo spazio dove il mondo dei vivi e dei morti venivano a contatto. Come ogni periodo di passaggio c’è spazio per un giorno di festa che a volte si collocava all’inizio del periodo, come nel caso della cultura Irlandese che poi ha portato in dote la notte di Halloween alla cultura statunitense, e a volte si collocava alla fine del periodo, come nel caso della cultura Italiana dove San Martino è frequentemente un giorno di festa.

SAN-MARTINO-DI-TOURS-CopiaUn periodo di 12 giorni che nella suddivisione dell’anno ha molte affinità con il periodo del carnevale e coi 12 giorni che intervallano il periodo che dal Natale porta all’Epifania, ma per certi versi molto più importante in quanto segnava la netta divisione tra l’estate, periodo fecondo della terra e di semina che termina al massimo con San Martino, e l’inverno, periodo freddo dove la terra conserva e lavora occultamente il seme per renderlo poi rigoglioso nel periodo successivo, anche grazie al tramite dei defunti collegati concettualmente al mondo sotterraneo”.

“E gli autori fanno notare come nei dialetti esistano termini propri per estate e inverno, mentre non esistano quasi mai, se non come trasposizione dall’Italiano, termini propri per primavera o autunno. Rimane però deluso chi voglia relegare questa tradizione alla cultura celtica in quanto il libro raccoglie quasi 200 pagine di tradizioni regionali collegate al dodekaémeron, dalla Val D’Aosta alla Sicilia, presenti anche in aree non propriamente influenzate dal culto dei celti; si suppone pertanto che gli usi debbano provenire da culture ancora più antiche”.

“Una piccola digressione personale; si può notare come nel passaggio dalla religione celtica all’evangelizzazione cristiana la transizione sia stato spesso soft, senza cancellare i giorni importanti per la prima ma cercando piuttosto di reinterpretare gli usi precedenti alla luce degli insegnamenti della chiesa. Appare evidente ad esempio come la dea celtica Brighid (o Brigantia), venerata dal popolo celtico Irlandese, sia stata sostituita con il culto “assonante” di Santa Brigida, considerata oggi la seconda evangelizzatrice, appunto, dell’Irlanda dopo San Patrizio. Allo stesso modo non ho potuto fare a meno di notare l’assonanza tra il “Samhain” e il giorno di “San Martino”; è tuttavia da considerare al momento come una mera coincidenza che andrebbe meglio approfondita con adeguate fonti storiche”.

Nella seconda puntata (a questo link) che sarà pubblicata sabato 31 ottobre, Gianni Briganti per Discovery Cesenatico approfondirà la questione portando alla luce le tradizioni romagnole della ricorrenza!

Inviando questo modulo acconsenti al trattamento dei dati secondo le vigenti norme di Privacy e diritto di autore. Per maggiori informazioni vai alla pagina Privacy e Cookie.

Leave a Reply