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a cura di Gianni Briganti

Gianni Briganti

Gianni Briganti

E’ già iniziato a Cesenatico il lungo percorso che ci porterà alle elezioni amministrative; la campagna elettorale torna con il suo bagaglio di incontri, di iniziative e di intensificazione dei contatti con gli iscritti e coi simpatizzanti dei relativi schieramenti. Tutto questo fervore d’azione politica mi porta sempre alla mente un ricordo che più che storico è meglio definire d’infanzia ed è legato alle attività locali dell’ex partito della Democrazia Cristiana. Non è mio intento addentrarmi in questioni politiche, anche perché oggi non c’è un vero e proprio unico erede partitico o di schieramento degli ideali di riferimento, né è mio intento parlarne in modo generico, quanto raccontare un pezzetto di storia di una piccola sezione di periferia, a Bagnarola, che si è sempre caratterizzata per la vivacità d’iniziativa pur essendo sempre all’opposizione a livello comunale. Mi viene in aiuto, oltre alla memoria d’infanzia, il libro di R.Baredi, “I democretich dla Bagnarola”, edito nel 2009 dalla Società Editrice Il Ponte Vecchio.

Sotto l’impulso di Don Fiori (leggi l’articolo dedicato), parroco fino alla fine della seconda guerra mondiale, la frazione di Bagnarola aveva già un nutrito gruppo di ragazzi che sosteneva gli ideali del partito nato in continuità col Partito Popolare ma attorno agli anni ‘50, quando la sezione arrivò a contare fino a 52 iscritti, fu sempre più forte il desiderio di distaccarsi dagli ambienti parrocchiali per avviare un percorso indipendente; tramite raccolte fondi, prestiti personali di denaro e sottoscrizioni di cambiali personali si arrivò finalmente nel 1961 all’acquisto della definitiva sede, che molti ancora oggi ricorderanno su via Cesenatico a poche decine di metri dal circolo dei Repubblicani.

Oggi è difficile fare distinzioni tra un vero e proprio circolo e un semplice bar; il primo dovrebbe essere un luogo di aggregazione di soci con comuni ideali referenti all’oggetto statutario (luogo dotato eventualmente di un servizio bar a titolo di complemento) mentre il secondo è un’attività commerciale aperta al pubblico. Il cosiddetto “Circolino” di Bagnarola invece, specie dall’inizio degli anni ’70 in poi, pur senza chiudersi esclusivamente ai propri soci era un luogo vivo di incontri politici, di discussioni, di attività legate al territorio locale; non c’era un vero e proprio barista ma tutti i soci, a turno, gestivano il bar e le attività di apertura e chiusura della sede.

La capacità di iniziativa era vista molto positivamente a Roma dalla DC centrale che spesso presenziava alle iniziative locali (in particolare con l’On.Mattarelli) e che nel ’67, per sostenerne l’attività e la risoluzione dei prestiti e delle cambiali sottoscritte, si mise a disposizione tramite l’Immobiliare Spa del partito ad acquistare l’immobile della sede; un dettaglio di grande rilievo se si pensa che nel 1991 questo immobile era uno dei soli 100 edifici che la sede centrale possedeva direttamente in tutta Italia.

Nel locale di 177 mq venivano organizzate in autogestione diverse feste conviviali, come a carnevale, capodanno, festa della donna, durante i mondiali di calcio, compleanni e tanto altro, ma anche tante iniziative politiche che coinvolgevano iscritti e non della frazione durante tutto l’anno: dai rapporti con la segreteria provinciale e nazionale, all’elezione dei rappresentanti locali, alcuni dei quali eletti poi anche consiglieri comunali di opposizione, fino alla redazione di volantini e notiziari sull’attività comunale specificamente relativa a Bagnarola. L’iniziativa cardine del Circolino era però la Festa dell’Amicizia che ogni giugno si teneva nel parchino pubblico della frazione; oltre ad essere una grande festa con pesca-lotteria partecipata da tutti, indipendentemente dalle idee politiche, era un momento di rimpinguamento della cassa (perennemente in deficit in quanto mai gestita sulla base di criteri meramente commerciali) e un momento di confronto politico che non si fermava alla sfera locale ma confermava la validità dei suoi rappresentanti grazie alla presenza di numerosi leader nazionali. Presenziarono negli anni infatti alla festa politici del calibro di Ciriaco De Mita, Benigno Zaccagnini, Giulio Andreotti e tanti altri noti politici tutt’ora in parlamento.

Il clima che vi si respirava all’interno era quello di una vera e propria sede autogestita; io stesso alcune volte fui arruolato come giovanissimo barista e tutti potevano accedere alla cassa improvvisandosi gestori. Le spese di funzionamento del locale nonché quelle necessarie per l’attività politica venivano coperte tramite sottoscrizioni, serate conviviali e altre iniziative (il bar era perennemente in deficit di clientela).

Non c’erano moderni tavoli, la scelta al bar era scarsa, l’apertura era solo serale e il piccolo locale si saturava abbastanza presto col fumo delle sigarette degli avventori, ma chi vi partecipava sapeva di essere a casa propria, in un luogo di condivisione di tempo libero, di idee e di iniziative comuni. In un tempo in cui la politica, almeno nel piccolo, era caratterizzata da forti ideali, il Circolino era uno dei luoghi sani di crescita e di formazione politica, nonché un punto di riferimento, un’avanguardia locale per discutere dei problemi più concreti riguardanti Bagnarola; uno di quei luoghi le cui caratteristiche probabilmente oggi non si possono trovare più in nessun’altro dei circoli del comprensorio.

Nei primi anni ’90 la fine dell’attività del Circolino arrivò a seguito degli scandali nazionali di tangentopoli e della divisione della DC in 4 piccoli partiti; la sede fu venduta qualche anno dopo.

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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