Part III
a cura di Gianni Briganti
Ho recentemente visto riportare la prefazione di un opuscolo della mostra fotografica “La Marineria di Cesenatico: Storie di uomini e di barche” redatta da un autorevolissimo storico locale che stimo particolarmente. Recita il testo: “Il Porto Canale della città di Cesenatico (…) diventò un vero porto solo nel 1314, dopo gli organici interventi di scavo e sistemazione realizzati dalla Comunità di Cesena per la propria attività mercantile. Per uno di questi interventi di ristrutturazione, nel settembre 1502, fu incaricato da Cesare Borgia, l’architetto et ingegnero Leonardo Da Vinci che propose di risolvere l’annoso problema dei banchi di sabbia all’imboccatura del porto con la modifica della lunghezza delle singole palizzate e l’utilizzo di paratie mobili a monte del Porto Canale”. Le stesse informazioni sono tutt’ora riportate anche su qualche sito web.
Se l’intenzione è quella di fare ricerca storica lavorando su nuove ipotesi possiamo allargare le possibili intenzioni di Leonardo e del Duca Valentino a piacimento ed è giusto e auspicabile che una città, specie se turistica, apra un dibattito sulle ipotesi che possano risultare coerenti con la poca documentazione disponibile. Anzi, di più, è auspicabile che sempre più storici accademici o semplicemente appassionati provino a sviscerare maggiormente ogni singolo aspetto dell’argomento; io stesso sono un appassionato studioso del viaggio di Leonardo da Vinci in 
- un fatto storico chiaramente documentato da fonti;
 - un’ipotesi solo verosimilmente presumibile da fonti o dall’incrocio di esse, da illustrare col condizionale;
 - un’ipotesi non supportata da alcuna fonte ma meramente non incompatibile con esse, da illustrare col condizionale e con molta cautela;
 - un falso storico, ovvero una dichiarazione in contrasto con fonti note (e Dio ce ne scampi).
 

“In che modo debbono ussire basstioni fori delle mura delle terre per potere difendere largine di fori acco non sieno battute collartiglierie”.
Oltre al rilievo del portocanale già esistente Leonardo traccia quindi anche uno schizzo che, come possiamo desumere dal testo, rappresenta il modo in cui i bastioni debbano uscire fuori dalle mura per difendere l’argine per evitare che siano battute, distrutte, da un attacco di artiglieria. Non si parla di sabbia, non si parla di paratie mobili, anzi non si parla di alcun problema di ordine manutentivo, quanto di difesa dagli attacchi di potenziali nemici. Spiace vedere che questa perfetta lettura del Codice L non venga quasi mai riportata nella documentazione turistica ufficiale o meno del portocanale, a maggior ragione essendo l’unica certa e documentata scritta di pugno da Leonardo stesso.
				

