Capitolo I
a cura di Gianni Briganti
Seppur solo a livello simbolico, il 1302 può essere considerato l’anno che sancisce la nascita di Cesenatico, o meglio di Porto Cesenatico. Escludendo gli insediamenti che raccontano dell’antica Ad Novas e della Tomba di San Tommaso, possiamo affermare che il cuore della nuova città, sviluppatasi poi nei modi che conosciamo, è il portocanale con tutte le valenze strategiche, politiche e commerciali che nel tempo hanno fatto prosperare e crescere la cittadina, prima come porto di Cesena e poi come città autonoma.
Il 1302 viene richiamato in una delle più antiche testimonianze degli Annales Caesenates e in particolare nella cronaca n.184 “De ocupatione Casalboni et Filcini”. Davide Gnola ce ne propone una traduzione dal latino nel suo “Storia di Cesenatico”:
“1302, 16 agosto. I Cesenati e i Riminesi stabilirono i loro confini, ad iniziare dalla Strada (la via Emilia) fino al mare. E lo stesso anno il 5 settembre i Cesenati con grande alacrità costruirono una fortezza sulla riva del mare. Lunedì 22 ottobre il Conte Federico Da Montefeltro, Uguccione Della Faggiola con gli Aretini, e Bernardino figlio del Signor Guido Da Polenta con i Ravennati e i Cervesi, con grande moltitudine di soldati assediarono Cesena di qua e di là del fiume, bruciando tutto il contado. Alla fine con mangani e macchine da guerra andarono alla fortezza sopra il Porto, la espugnarono, e anche grazie al tradimento di alcuni capitani che erano nel castello, la presero, la bruciarono, e ne riempirono i fossati.”
Questa cronaca è ricca di dettagli perché racconta dei Cesenati che dal fronte sud riescono finalmente ad accordarsi (1279) sul confine coi Riminesi, dalla Via Emilia lungo tutto il fiume Rubicone, e questa stabilità almeno parziale è certamente propizia per aprirsi uno sbocco commerciale al mare, dopo la constatazione che la conquista del porto di Cervia, già esistente, sarebbe difficile da porre in atto. Il porto di Cesena risulta in questa cronaca già esistente ma probabilmente da poco tempo dato che in quell’anno si decide di porgli a protezione una “fortezza sopra il Porto”, sulla riva del mare.
Tutto bene, ma non per molto. La prima cronaca di quello che sarà l’embrione di Cesenatico si intreccia con diversi personaggi che curiosamente sono quasi tutti legati, seppur non in modo diretto, all’opera letteraria Dantesca ed in particolare all’Inferno. Va precisato che la Divina Commedia è ambientata nel 1300, anno simbolico di passaggio di secolo e anno santo di Giubileo; i personaggi protagonisti della cronaca, vivi e vegeti, erano impossibilitati a prender parte alle bolge luciferine. Tuttavia l’Inferno è stato scritto da Dante tra il 1304 e il 1308, o quantomeno in questo intervallo è stato iniziato (gli storici non sono concordi).
Il Sommo Poeta si trovava in esilio e proprio nel 1304 fu ospite di diverse importanti famiglie di Forlì, tra cui gli Ordelaffi, e non si allontanò troppo nel 1305 quando si trasferì a Bologna. E’ probabile che egli fosse perfettamente a conoscenza dei vari conflitti che avevano luogo in Romagna; nello scrivere le terzine in rima egli inoltre già conosceva il futuro più prossimo al tempo dell’ambientazione. Lungi dal volermi ergere a fine conoscitore della massima opera della letteratura italiana, se siete curiosi di scoprire cosa lega questa cronaca di Cesenatico all’Inferno Dantesco seguite il continuo di questo articolo a questo link.