
“A cosa servono le Unioni dei Comuni se su un tema così cruciale per i cittadini e le imprese nonchè per la comunità, se poi ciascuno privilegia il proprio interesse e utilità e non esiste un’equa ripartizione degli oneri? – si domanda Andrini – Confcommercio di Cesenatico è convinta che il problema dell’accoglienza dei profughi, già in sè complesso da afforntare, debba presupporre risposte condivise dai Comuni e tali che ciasucno si assuma le proprie responsabilità, evitando che ci siano alcuni più oberati e altri non coinvolti in alcun modo. Così facendo si scardina la coesione sociale, sovraccaricando alcuni Comuni come di fatto sta avvenendo per Cesenatico, e anche quella politica, scatenando controversie fra sindaci che si ripercuotono poi sulla collettività. Si scardina inoltre la coesione civica fra cittadini alimentando tensioni e resistenze di fronte a differenze ingiuste ai danni di certe comunità rispetto ad altre che non danno il loro contributo a un’azione che non può che essere congiunta e di territorio”.
Confcommercio di Cesenatico chiede dunque che “l’accoglienza venga gestita in maniera più razionale ed equa, che i profughi vengano accolti e integrati in contesti in cui ciò sia veramente possibile attraverso il coinvolgimento pieno dei Comuni e dei sindaci. Non deve più succedere che i sindaci vengano bypassati e le decisioni vengano assunte sopra le loro teste. E inoltre chi ha già dato è giusto che non debba essere chiamato a dare ancora, al posto di chi non dà. In seno all’Unione Rubicone e Mare il nostro auspicio è che vi sia al più presto un chiarimento e una piena assunzione di responsabilità da parte di tutti i Comuni, non solo quelli, come Cesenatico, sulle cui spalle finora è finito il peso maggiore dell’accoglienza. Altrimenti non dovremmo chiamarla più Unione, ma più realisticamente e amaramente la DisUnione dei Comuni”.
