«Ti dirò tutto quello che vuoi sapere. Così mi sfogo». Marcello invita a sedersi accanto a lui. Segna il tuo posto con un cartone pulito dove sedere per due chiacchiere. Sono le 11 di mattina di un freddo martedì di gennaio; la colonnina segna 2 gradi, ma poco prima qualche flebile fiocco di neve è caduto sul portocanale.
La prima domanda che chiunque si pone nel vedere chiunque viva la strada in inverno è perché non andare alla Caritas o simili anche se in un’altra città?
«A me piace Cesenatico, qui riesco a dare una mano a chi lavora in piazza delle Conserve in cambio di qualche spicciolo per vivere. E poi questo per me ancora non è freddo. La notte? Adesso ho un alloggio in un hotel di Ponente. Mi è stato trovato grazie agli assistenti sociali».
Marcello compirà 52 anni il primo agosto e racconta la sua storia e di come è giunto in riviera. «Ho lasciato la Romania nel febbraio del 2002 diretto a Milano dove sono stato per circa due anni. Ha lavorato come metalmeccanico tornitore in una fabbrica in provincia di Milano finché l’azienda non è passata al figlio». A detta di Marcello ha perso il lavoro a causa dei tagli al personale. «Sono partito per trovare un lavoro e poter spedire soldi a casa dove ho tre figli: il più grande ha 30 anni, la seconda ne ha 28 e la terza 24. Sento solo mio figlio, l’ultima volta che l’ho chiamato è stato tre settimane fa».
Nel suo percorso in cerca di lavoro Marcello racconta di aver lavorato a Vercelli in un’azienda di traslochi, ma ha frequentato anche i cantieri come manovale. Poi è andato a Biella dove una comunità gli ha trovato un lavoro temporaneo come aiuto cuoco in un ospizio dove preparava i pasti per 120 persone. Ma dopo sei mesi ha dovuto iniziare a vivere in strada e chiedere la carità.
Come sei arrivato in Romagna?
«A Biella camminavo per i portici e chiedevo qualche moneta. Mi sono fermato in un tavolino dove c’erano quattro persone. Una mi ha fatto sedere e mi ha offerto un pasto e abbiamo parlato dieci minuti. Poi mi ha detto: “Sai chi sono io? Sono il capo della Polizia” e mi ha suggerito di andare in Emilia Romagna per trovare lavoro. Con il treno sono arrivato a Cesena tramite la Caritas che mi ha pagato il biglietto. Sono stato lì un anno, ma non mi piaceva. Ho visto Cesenatico in una foto, ho visto il portocanale, il mare e ora sono qui da due anni e poco più. Ho cercato lavoro al centro per impiego, ma non sono residente e mi hanno detto che non possono fare nulla. Però ho due mani per lavorare e potrei stare in una cucina anche come lavapiatti».
+++ STRUTTURA PER L’EMERGENZA IN CITTA’+++
Per fortuna una soluzione tampone contro il freddo notturno è stata trovata. «Una sera sono venuti i servizi sociali e mi hanno visto qui. Sono riusciti a trovarmi un posto in un hotel per la sera e per fortuna sono lì da tre settimane, non so quanto durerà. Per il pranzo invece vado a Pinarella dove c’è la mensa della Caritas».
Marcello ha detto chiaramente che la città gli piace e anche l’appoggio dei Cesenaticensi. «C’è una signora che mi tiene la valigia, i contadini che mi fanno fare qualche lavoretto…». E mentre parla c’è chi gli ha portato un panettone augurandogli più fortuna per il 2017. Per chi ha una vita normale è solo un panettone, per chi è in strada no. Pensate a come si rivoluzionano i metri di paragone: panettone=feste; panettone=cibo.
Ad ogni modo l’appello che ha fatto Marcello è quello per il lavoro, uno qualsiasi. Livingcesenatico, da semplice e umile messaggero, non può fare altro che lasciare il numero di cellulare di Marcello per chi fosse interessato: 340.4005453