La Marineria di Cesenatico continua ad andare in mare. Ed è una delle poche realtà sul territorio nazionale che continua a mollare gli ormeggi. “Un atto di responsabilità e di servizio nei confronti del territorio”, queste le parole del direttore della cooperativa Casa del Pescatore di Cesenatico, Mario Drudi.
Così i pescatori di Cesenatico escono in mare e, dunque, anche il mercato del pesce continua la sua attività. Non certo, però, un’apertura a pieno regime: “Se in condizioni normali il mercato assorbe 100, ora anche con i ristoranti chiusi assorbe 50 – spiega Drudi -. Per questo le nostre barche escono 4 giorni a settimana per 10 ore complessive mentre solo tre pescherecci di grandi dimensioni vanno in mare 4 giorni per 60 ore”. La pesca a volante è praticamente ferma: in questo caso, infatti, si tratta di barche che pescano abitualmente un grande quantitativo di pesce e che necessitano di una ciurma numerosa. Quindi per evitare motivi di contagio c’è chi ha scelto di spegnere i motori e ipotizzare che quello che si sta facendo ora è una sorta di fermopesca anticipato. “La nostra è stata una scelta di responsabilità – continua Drudi – stiamo parlando di un prodotto di primaria necessità per i cittadini, al pari di frutta e verdura. Andiamo in mare meno ore e, se ci saranno le condizioni per nostre imprese di continuare con questo regime, continueremo anche nei prossimi giorni. Diversamente ci fermeremo a ragionare su come andare avanti”.
Così la Marineria di Cesenatico – a differenza di altre realtà nazionali – ha deciso di continuare a lavorare, con tutte le norme igieniche e precauzionali a bordo e a terra richieste per l’emergenza Coronavirus. Senza richiedere sussidi allo Stato. Pesca a strascico e sistemi fissi (seppie) sono garantiti, mentre per la miticoltura c’è chi parla di “dramma”.
Atto di responsabilità verso la comunità, tenere in piedi le imprese e servizio al territorio. Queste le linee guida che identificano in questo momento la Marineria di Cesenatico.