Cochi e Renato sono due delle icone della Milano da Bere che in estate si trasferiva nella Dolce Vita di Cesenatico. E proprio i due simboli di quella comicità intelligente, nobile e d’altri tempi sono tra i primi a ricordare Tinin che ci ha lasciato domenica scorsa“.
“Molto si continua a scrivere sulla Milano del boom, non abbastanza su quella parte della città che rifiutava le possibilità offerte dalla produzione in serie, dalle carriere prestabilite e dalle scelte da fare a priori. Un po’ per ricreare le condizioni per un nuovo miracolo economico, un po’ per reclutare nuovamente le persone in modo da remare tutti nella stessa direzione. La Muffola non cede alle lusinghe culturali dell’epoca, cerca la primizia, la rarità, il pezzo unico. In arte e in cabaret. Qualche anno dopo la sua chiusura nel 1961, Agostino prende la liquidazione da Mondadori e apre il proprio locale: “Il cabaret è stata la mia personale riscossa contro il lavoro sotto padrone”. Apprendiamo della scomparsa di Agostino Tinin Mantegazza. Un pezzo del cabaret italiano a cui si deve… tantissimo! Inutile elencare ciò che ha fatto come scrittore, giornalista, illustratore. Cochi e Renato debuttarono in spazi che gestiva insieme alla moglie Velia. Ciao Tinin e grazie per il tempo dedicato”.